La Valle dei Mòcheni, una valle che lo scrittore austriaco Robert Musil definì “incantata”, è una ènclave germanofona a 20 km da Trento. Un’isola (o un oasi?) miracolosamente conservatasi che, oltre ad una natura quasi intatta, mantiene una forte identità grazie alla sua etnìa particolare, i mòcheni (una delle tre minoranze linguistiche sopravvissute nel Trentino, oltre ai cimbri a Luserna, Lavarone e Folgaria e ai ladini della Valle di Fassa), che ancor oggi parlano una lingua quasi incomprensibile al di fuori della piccola valle. Può essere definita un tedesco antico integrato con parole provenienti dal dialetto trentino, sviluppata in seguito all’immigrazione di contadini tedeschi stabilitisi nella valle intorno al 1200-1300. Una lingua tramandatasi per secoli solo oralmente, di generazione in generazione. Una lingua che sopravvive, unitamente ad altri elementi identitari, anche grazie al lavoro dell’Istituto Culturale Mòcheno – Bernstoler Kulturinstitut di Palau del Fersina. Gaetano, custode della forestale, ci guida alla scoperta della ricca vegetazione della valle. Ad illustrare un aspetto della gastronomia mòchena, da sempre imperniata attorno alla cultura del maso e del maiale, ci pensa la signora Agnese, della Miniera dei Sapori di Sant’Orsola, che ci racconta di come ha inventato degli incredibili salamini ai mirtilli. A proposito di bizzarrie chiudiamo facendoci illustrare dal suo ‘papà’ il Museo del Paracarro di Canezza di Pergine, un originale tributo ai grandi ciclisti e ai cultori del pedale.
Link utili:
Bersntoler Kulturinstitut Istituto Culturale Mocheno – Consorzio delle Pro Loco Valle dei Mòcheni – www.visittrentino.it