La musica con cui inizia questa puntata è registrata in un istituto secondario di musica, all’interno del conservatorio di Sarajevo. L’aula ha una parete dove è incorniciato un buco, figlio di una granata che l’ha colpita durante i 1395 giorni di assedio. L’originalità è che il buco ha una forma che assomiglia ai confini dello stato bosniaco. A guerra finita incorniciarlo con due lastre di vetro è stato un attimo. Una puntata dove sentiremo la voce di chi abita nella capitale dello stato ‘del buco’. Parleremo delle rose di Sarajevo, delle sue squadre di calcio e dei suoi tanti cimiteri. Del birrificio dove si produce la Sarajevska, più che una birra un orgoglio nazionale. E del palazzo della storica biblioteca cittadina, la più grande e ricca di tutti i Balcani, prima di essere bombardata dai serbi nell’agosto del ’92. Ascolteremo la voce di chi in quei giorni lavorava in quel palazzo. E di chi oggi lavora nella nuova biblioteca. Ascolteremo il vicario dell’arcivescovo cattolico, delegato alle relazioni interreligiose. E i ricordi e le riflessioni di Sanja, una ragazza che quando è cominciato l’assedio aveva tre anni…