La Marsica e il Cicolano sono terre di boschi, montagne e storie di briganti. In particolare il territorio attraversato dal cammino è un territorio di confine, oggi tra Abruzzo e Lazio, ieri tra Stato Pontificio e Regno Borbonico. I briganti vivevano sul confine per passare da una parte all’altra a seconda della minaccia. I briganti non erano malviventi, erano più simili ai partigiani, lottavano contro l’invasione dei Sabaudi, che avevano costretto il popolo a entrare nell’esercito. Erano spiriti liberi, che non volevano assoggettarsi ai nuovi padroni, e per questo erano entrati in clandestinità. Una storia fatta anche di rapimenti, riscatti, e tanta violenza. Una storia di 150 anni fa. Oggi l’esperienza dei viaggiatori antichi viene riproposta basata sul viaggiare a piedi da paese a paese lungo questo cammino di 7 giorni, tutto ben percorribile, segnato e con posti tappa attrezzati. E’ qui che si dipana il Cammino dei Briganti: sette giorni di cammino a quote medie (tra gli 800 e i 1300 m. di quota) sulle orme dei briganti della Banda di Cartore tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino. Partenza e arrivo da Sante Marie, vicino a Tagliacozzo (AQ). La guida “Il cammino dei briganti. 100 km a piedi tra paesi medioevali e natura selvaggia” ne dettaglia e illustra storia e percorso. Alberto Liberati, uno degli autori (nonchè guida autorizzata della Regione Abruzzo), lo fa per Onde Road, illustrando la valenza politica e sociale del brigantaggio. Per un approfondimento
“Brigantesse. Storie d’amore e di fucile” di Andrea del Monte (ed. Ponte Sisto) raccoglie tredici poemi che raccontano la vita grama e i riscatti “d’amore e di fucile” di altrettante brigantesse. Tra loro c’è anche Michelina de Cesare, brigantessa nata il 28 Ottobre 1841 a Mignano, in Terra di Lavoro (attuale provincia di Caserta). Figlia di una famiglia poverissima, rimase vedova del primo marito e si sposò con Francesco Guerra nel 1862. Guerra era un soldato borbonico che, come tanti altri, non volle tradire il giuramento di soldato e passare in un esercito nemico, capo di una banda di cui faceva parte anche Michelina e dove, pur essendo donna, ricopriva un ruolo di comando, come dimostrano le armi da lei possedute: una pistola e un fucile a due colpi. Fu tradita dal cugino Giovanni, che condusse i soldati al loro nascondiglio. Lì furono sorpresi nel sonno e uccisi: i corpi di Michelina e Francesco Guerra furono denudati, fotografati e messi in mostra nella piazza principale della città. Tornando ai giorni nostri il pastore Americo, oltre che della sua quotidianità, ci racconta i rischi di estinzione che sta correndo il Lago della Duchessa (situato tra Lazio e Abruzzo, all’interno dell’omonima Riserva Naturale Montagne della Duchessa, con i suoi 1788m è uno dei laghi più alti dell’Appennino). Infine incontriamo il musicista Giacomo Proia, un “ritornante”: dopo anni vissuti a Milano è tornato nella terra dove è nato e ha aperto un ottimo punto di riferimento per i camminatori: l’Ostello Casa Bella.
P.S. Un grande grazie a Fanny, viaggiatrice di Radio Popolare, che ha testato per noi il Cammino dei Briganti dandoci poi le dritte per realizzare questa puntata