Dalla caduta del muro di Berlino la capitale del più sovietico dei paesi dell’est ‘sta studiando’ per diventare la ‘piattaforma di mercato’ verso Russia e Turchia dell’Unione Europea. Lo fa guardando avanti, verso una cultura e un mondo, l’Occidente, agognato per troppo tempo. Ma non può evitare di voltarsi indietro, in cerca delle ombre di un passato ancora troppo recente. In pieno centro si riproduce l’Europa clonando luoghi e loghi. Centri commerciali modulati come i nostri: gallerie di negozi, scale mobili e scaffali di merci occidentali. Ma il cuore della Sofia più verace continua a battere al Mercato delle donne. Zona di fitti commerci, è un susseguirsi di bancarelle dove si vendono, prima di tutto, verdure e frutta: mele rosso fuoco, barbabietole e verze “taglia XXL”, noci già sgusciate… Tutta merce una volta in esclusiva per le tavole dei più ricchi “fratelli” sovietici. Le stradine laterali pullulano di bistrot, “musei enogastronomici” dove vengono custodite tradizioni culinarie antiche di secoli. Una gastronomia figlia dell’impero ottomano, che spazia nel segno della multiculturalità, il tratto distintivo della capitale bulgara. Lo testimonia il fatto che Sofia è capace di far convivere, in poche centinaia di metri, la chiesa ortodossa Sveta Nedelja, la Banja Basi dzarnja, la “moschea dei bagni” eretta nel 1576 dal celebre architetto Sinan e la Central Sinagoga, il tempio sefardita più vasto d’Europa. Una commistione che si respira anche girovagando per le strade, grazie alla colonna sonora, rigorosamente in diretta, offerta da piccole band zingare che con clarini, chitarre, violini e fisarmoniche, vagano tra vicoli, piazzette e ristoranti. E’ la rappresentazione sonora dell’onnivora cultura rom che, da sempre, ha preso e ha dato qualcosa a ogni luogo che ha attraversato. In questi anni il passaggio dal regime socialista al capitalismo è stato foriero di mille sogni: per ora si sono perse certezze e sono nate speranze che spesso rischiano di ridursi a miraggi. Per trasformarli in realtà la strada è ancora lunga. Nell’attesa ogni tentativo è buono, anche puntare sulla riconversione della Bojana Film. E’la Cinecittà bulgara e si trova alle pendici del monte Vitosha, a otto km dal centro di Sofia. Negli anni del socialismo reale gli studi occupavano quasi 3000 persone, e venivano assunti anche gli attori. Oggi a libro paga della New Bojana Film ci sono solo un centinaio di tecnici, ma la struttura sta vivendo un grande rilancio, grazie soprattutto alla crescita delle produzioni internazionali (europee ed americane) a cui vengono affittati set, capannoni e studi. Ci hanno lavorato registi del calibro di Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio e Luc Besson, che per l’occasione hanno portato a Sofia attori del calibro di Catherine Deneuve, Christopher Lambert, Valeria Golino e Daryl Hannah. Frequentando la movida di Sofia potreste incontrare le star hollywoodiane più inaspettate…
Chi è interessato al viaggio a Sofia con Radio Popolare del 7-8-9-10 Giugno per info e dettagli può telefonare allo 02-39241404 dal Lunedì al Venerdì dalle 9.00 alle 16.30 oppure inviare una mail a santambrogio@radiopopolare.it . Chiusura prenotazioni Venerdì 12 Aprile (salvo esaurimento posti)