Istanbul, un agglomerato di culture e mondi. C’è anche chi cerca (con successo) di importare all’ombra dei minareti la musica di Domenico Modugno. E’ il caso di Adil Akbasoglu, che ci racconta dell’interesse che molti turchi hanno per la cultura italiana. Poi, con una barzelletta, ci fa capire come i turchi vedono gli abitanti di Trabzon, importante città sul Mar Nero. Trabzon, l’antica Trebisonda greca, non è una città bellissima. Palazzoni, tanti outlet e l’autostrada E77 che divide le sue case dall’acqua del Mar Nero. E’ però fondamentale per capire la Turchia (e il perché delle manifestazioni di questi giorni a Istanbul e Ankara, manifestazioni che -non casualmente- a Trebisonda non ci sono state). Oggi Trabzon il bastione del nazionalismo turco. E’ da qui che veniva il presunto assassino del giornalista armeno Hrant Dink, ucciso a Istanbul il 19 gennaio 2007. Ma è anche una città segnata da una pratica dell’islam sempre più ostentata e rigida. Bisogna scendere nei quartieri del porto per trovare bar che servono apertamente alcol, mentre giovani donne vendono le loro grazie ai marinai di passaggio. La clientela interessata è più russa che turca. Ogni giorno, infatti, dei traghetti collegano Trabzon a Sotchi, in Russia. Le navi sono vecchie e gli orari incerti, ma una folla indaffarata si accalca all’imbarco. Affollato è anche lo stadio del Trabzonspor. Qui il calcio è uno strumento di riscatto sociale e una potente valvola di sfogo. Fedele all’indole dei suoi abitanti, anche lo sport a Trebisonda è schierato. Alla manifestazione di Istanbul contro l’omicidio di Dink, in cui centomila persone -turchi, curdi e armeni- avevano scandito lo slogan “Siamo tutti armeni, siamo tutti Hrant Dink”, i tifosi della squadra di calcio di Trebisonda hanno risposto a modo loro. Nella prima partita in casa del Trabzonspor hanno gridato dagli spalti: “Siamo tutti turchi. Siamo tutti Mustafà Kemal Atatürk”. Alcuni di loro indossavano lo stesso berretto di lana bianca che l’assassino di Dink, Ogün Samast, aveva nelle foto segnaletiche. Negli ultimi anni a Trabzon non sono arrivati investimenti. Le èlite cittadine si sono trasferite nelle città più a occidente e il loro posto è stato occupato dagli abitanti dei villaggi dell’interno. A Trebisonda non c’è più una comunità: sono rimasti i singoli individui e il Trabzonspor. Ma il declino della città è stato anche il declino della squadra, che ha vinto il suo ultimo campionato nel 1985. L’ultima impresa eroica è l’aver sconfitto l’Inter in Champions League. Ma di questi tempi battere l’Inter ha proprio poco di eccezionale…