Le geografie del pugilato

Trollmann 1

Dove ci sono i rifiuti del mondo. La boxe è lì: unico avanzo di dignità. Sotto i viadotti di San Paolo, Brasile, nel retro degli slum di Nairobi, Kenya, in qualche misero cortile con i panni stesi di Yangon, Birmania. Ci sono sport solari, che hanno bisogno di luce, panorami, orizzonti. E poi c’è la boxe: che si arrangia ovunque, che scava trincee per proteggere i sogni. Come l’edera sale, ricopre, nasconde. Sotto i viadotti di San Paolo, nella città più grande del Sudamerica, ci sono copertoni appesi al posto dei sacchi da pugilato e assi dei camion riciclicati come bilancieri. Una delle tante palestre improvvisate a sud del mondo. La boxe è una crepa che non se ne va, la trovi quasi sempre in vecchi edifici sopravvissuti ai terremoti, sotto ai ponti delle autostrade, nel retro di qualche negozio più morto che vivo. La boxe è notte, oscurità, mura scrostate, rare finestre, sottoscala, luoghi abbandonati, vernice rovinata. Le belle palestre sono quelle brutte: i ring senza imbottiture, gli imbuti per la saliva incrostati, con i tubi che li collegano ai secchi di plastica, quasi fossero reperti di archeologia industriale. Il nostro viaggio inizia a Cuba, dove tutto è archeologia: dalle vecchie macchine statunitensi al regime socialista. Ci andiamo per ricordare il cubano Teofilo Stevenson (scomparso proprio un anno fa), uno che scelse il ring non per soldi ma per amore. Con un salto spazio temporale piombiamo nella Germania nazista per parlare di ‘Rukeli’ Trollmann, il pugile zingaro che sfidò il Terzo Reich. Nuova tappa a Livorno, la città di Lenny Bottai: pugile livornese antagonista, per cui la boxe è soprattutto lealtà. Un uomo di altri tempi. E a proposito di tempi andati terminiamo il nostro viaggio a Milano. Sergio Giuntini, docente di storia sociale dello sport, ci racconta la Milano che fu capitale della boxe. I match nei retro delle latterie e gli eroi di un’epopea ormai ingiallita. Una Milano che piace a Renato di Donato, il pugile di via Padova, conosciuto anche come il “chirurgo” di Segrate, dottore in Scienza, Tecnica e Didattica dello Sport. Campione italiano dei pesi superleggeri sino a ieri. I suoi sogni sono due: riconquistare al più presto la corona di campione italiano e tornare a far rivivere la Milano raccontata dal prof. Giuntini…

  • Buttati giù, zingaro – La storia di Johann Trollmann e Tull Harde”, di Roger Repplinger. Edizioni UPRE ROMA, Milano, 2013
  • Il video della canzone ‘Non vedo l’ora’ del Teatro degli Orrori su Lenny Bottai, pugile antagonista di Livorno
  • Il video della canzone di Pacifico dedicata a Ottavio Tazzi, allenatore di ben 8 campioni del mondo di pugilato

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