Se nel 18° secolo Horace-Bénédict de Saussure percorse per la prima volta l’itinerario intorno al Monte Bianco per esplorare scientificamente il massiccio, i sette musicisti de L’Orage (una band valdostana a cavallo tra musica tradizionale e rock ) agli albori del 21° secolo hanno voluto essere i primi a percorrere un segmento dell’Alta Via del Bianco portando sulle spalle i propri strumenti musicali. La prima tappa è il rifugio Bonatti. Per raggiungerlo si imbocca la Val Ferret dopo essersi lasciati alle spalle Entrèves. Il rifugio e’ situato sulla sinistra orografica della valle, a quota 2025 metri. L’ascesa è rapida e faticosa, specie se si decide di lasciare il sentiero battuto e si punta su improbabili scorciatoie. Io ho sulle spalle il mio zainetto. I musicisti il loro, ma anche il proprio strumento musicale. Chi una chitarra, chi una percussione, chi ‘addirittura’ un organetto. All’arrivo al rifugio, dopo tre caraffe di birra e una mezza dozzina di salsicce alla barbabietola dal colore improbabile, esce una chitarra. Poi un basso nuovo di pacca, che si è fatto la salita, avvolto in un sacco a pelo. Si aggiunge un cahon e un bongo. Quando arriva anche il violino gli escursionisti giapponesi, reduci dal Tour del Monte Bianco, cacciano la macchina fotografica. Il repertorio del mini set, tra un bicchiere e l’altro, include qualche De Andrè d’annata, un classico di Dylan e tante materiale originale de L’Orage. Dopo il concerto la cena. E dopo la cena ancora musica. Per la notte qualcuno dorme nel rifugio, altri nella tenda montata a 200 mt dal Bonatti. Prima di infilarmi nel sacco a pelo, dopo l’ennesimo bicchierino di genepy, c’è il tempo di scambiare due parole con la tenutario del Bonatti, la signora Mara, che ricorda le frequentazioni di Walter nel rifugio che porta il suo nome. Al risveglio ci aspetta uno spettacolo mozzafiato: non c’è una nuvola in cielo nemmeno a pagarla e la vista sul massiccio del Bianco è strepitosa. Ci aspetta il rifugio Bertone, nei pressi del piccolo vilaggio di Le Pré. Camminando agevolmente su verdi pascoli e passando di alpeggio in alpeggio, la meta è facilmente raggiungibile in un paio d’ore. Ma questa strada è troppo facile, gli Orage decidono di puntare su un percorso più tosto. Cinque ore abbondanti di cammino, e un susseguirsi di ripide salite, discese ardite e altrettante risalite. Roba che il buon Battisti (uno che di discese ardite e di risalite se ne intendeva) nemmeno si immaginava. L’arrivo, affamati, al rifugio Bertone è dopo le 14. Pranzo e, a seguire, nuovo concerto. Ricevendo l’ennesimo conforma che a volte la discesa è peggio della salita si raggiunge la valle, dove una macchina ci porta al Prè de Pascal, un ristorante che prepara dei funghi fritti da urlo. A seguire: ennesimo concerto de L’Orage…
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