Validissima alternativa alle più turisticizzate Firenze e Pisa, Pistoia è un’ottima meta per un fine settimana toscano. A partire dalla chiesa di San Giovanni Fuorcivitas, un importante complesso romanico del centro cittadino, che sta attuando un crowdfunding per poter accudire il proprio stato di conservazione. Su suggerimento della guida ambientale ed escursionistica Caterina Bellezza scopriamo alcuni originali monumenti pistoiesi: le “teste dei traditori” della città. Sono teste di pietra che, secondo la tradizione, ricordano le persone che, in diverse occasioni, aprirono le porte della città ai nemici. La più famosa è quella di Filippo Tedici che nel 1325 aprì le porte di Pistoia ai lucchesi e ai fiorentini in cambio di denaro e della mano della figlia di Castruccio Castracani. La testa di Tedici è rappresentata sulla facciata della chiesa di Sant’Andrea e, secondo la tradizione, è annerita perché i cittadini vi avrebbero spento le loro torce in segno di sdegno. Grazie a un altro suggerimento di Caterina conosciamo (e lo ascoltiamo suonare) il professore emerito di organo monsignor Umberto Pineschi e gli storici strumenti musicali da lui raccolti in alcune stanze adiacenti alla chiesa di Sant’Ignazio di Loyola. Fondatore e direttore dell’Accademia d’organo e musica antica Giuseppe Gherardeschi, per 36 anni direttore della scuola comunale di musica “Teodulo Mabellini”, don Umberto ha ricevuto dal governo giapponese l’onorificenza dell’ordine del “Sol Levante” (in contemporanea con Clint Eastwood).
L’intervista, in occasione dei Dialoghi di Pistoia, con il professo Filippo Barbera, autore de “Le piazze vuote” (Editori Laterza), in cui abbiamo parlato della diversità territoriale come risorsa, di overtourism, di sviluppo delle aree marginali e di innovazione sociale.
L’incursione fuori porta a Orsigna, il piccolo Tibet di Tiziano Terzani. Nella Val d’Orsigna, Orsigna è il monte, Orsigna è il fiume, Orsigna è la Valle. Il nome Orsigna si riferisce, infatti, non a un paese ma a un intero territorio a cavallo tra Toscana ed Emilia. E’ un puzzle di piccole borgate sparse per le colline del pistoiese. Edifici in pietra, tetti in scandole, finestre strette, porte piuttosto piccole e soffitti bassi. Un’edilizia “ecosostenibile” anticipatrice delle attuali politiche di risparmio energetico. Uno scampolo bucolico arredato da una tipica vegetazione appenninica: castagni fino ai 900 metri di altezza, faggi fino ai 1500 metri e poi un alpeggio erboso che è stato per secoli alla base della pastorizia, cultura ancora presente in Valle…