Geografie friulane di Pier Paolo Pasolini

Chi parte da Venezia, dopo un viaggio di due ore giunge al limite del Veneto e, per dissolvenza, entra nel Friuli… E’ cessata sulla Livenza la campagna dipinta da Palma il Vecchio e da Cima. Le montagne si sono scostate, a nord, e appiattite a colorare il cielo di un viola secco, con vene di ghiaioni e nero di boschi appena percettibile contro il gran velame; e il primo Friuli è tutto pianura e cielo. Poi si infittiscono le rogge, le file dei gelsi, i boschetti di sambuchi, di saggine, lungo le prodaie… Ma è specialmente l’odore – che fiotta dentro lo scompartimento svuotato – a essere diverso. Odore di terra romanza, di area marginale…”. E’ un estratto da “Un paese di temporali e di primule”, un’antologia di scritti di Pier Paolo Pasolini (1945-51). Un’ottima lettura per chi oggi, in occasione del cinquantesimo della morte del poeta, volesse percorrere quelle geografie friulane che per Pasolini erano la patria di un’umanità arcaica e innocente. A Casarsa della Delizia, paese natale della madre, dopo averci trascorso per anni le vacanze estive, visse dal 1943 al gennaio del 1950, dopo essere sfollato da Bologna in seguito all’8 settembre. Ed è in questo borgo sul confine tra la bassa e l’alta pianura, equidistante dall’arco alpino e dal mare Adriatico, che nel locale cimitero riposa in compagnia dei suoi familiari. Incollata alla sua tomba, quella della madre. Qualche metro più distante, le spoglie del padre e del fratello Guido Alberto. Casa Colussi, la casa materna, oggi è sede del Centro Studi Pier Paolo Pasolini. Nell’ottobre ’44 il pericolo dei bombardamenti che minacciavano Casarsa costrinsero il poeta e la madre a sfollare a Versuta, una frazione tre km a sud-est. Andarono a vivere nella stanzetta di un casolare adiacente alla piccola chiesa e quando presero atto che i ragazzini di Versuta non potevano recarsi a lezione nei vicini paesi decisero di aprire una scuola popolare. Pier Paolo usò come aula scolastica, per i più grandi, la stanzetta dove si svolgeva la quotidiana vita domestica, mentre Susanna con i più piccoli occupò una cantina al pianterreno. Poco lontano, in mezzo alla campagna, c’era uno di quei casolari – casèl – utilizzati dai contadini come ricovero per gli attrezzi che, nelle belle giornate, divenne un’aula scolastica in cui Pasolini teneva lezione ai suoi allievi. Oggi è un rudere coperto d’edera in mezzo a una vigna.  La didattica alternativa che Pasolini adottò per i ragazzi di Versuta la esportò anche nella scuola media statale di Valvasone dove insegnò dal 1947 all’autunno 1949.  Innamoratosi della laguna di Grado, nel 1969 decise di girarvi alcune scene del film Medea, una pellicola che aveva come protagonista Maria Callas. E in compagnia del grande soprano (ma anche di altri attori, gente del cinema e amici), dopo aver navigato tra lingue di sabbia, isole e isolette, si spingeva spesso sino a Mota Safon, un ‘casone’ piantato in mezzo alla laguna, isolato e fuori dal mondo, frequentato tutto l’anno da numerosi cigni, e in inverno anche da anatre e germani reali.

Sono tutte mete che visiteremo con gli ascoltatori di Radio Popolare dal 3 al 6 marzo (qui i dettagli del viaggio).  Altra meta di questo viaggio sarà il Palazzo del Fumetto di Pordenone, dove incontreremo DavideToffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, autore di una graphic novel su Pasolini. Il viaggio si chiuderà con un’incursione ad Aquileia ed alla caserma Piave di Palmanova, scenario di una delle più feroci repressioni antipartigiane.

turismofvg.it

 

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