Lisbona e Algarve orientale

Tino Mantarro, autore di “E Lisbona sfavillava. Mosaico urbano in forma di reportage” (Bottega errante Edizioni), ci parla della luce di Lisbona. Una luce eccessiva, onnipresente, di un nitore che quasi ferisce gli occhi. Così unica che i portoghesi che vivono all’estero ne provano subito nostalgia. Il rapporto tra questa luce e gli azulejos, le famose piastrelle di ceramica decorate, e la loro genesi. Alcuni dei più affascinanti miradouro, i punti panoramici dove guardare Lisbona dall’alto.

In Algarve sbarchiamo all’aeroporto di Faro, meta di economici voli low cost. Ad attirare maggiormente l’attenzione in questa città sono i più di 500 edifici della metà del secolo scorso, la più alta concentrazione nell’Europa meridionale. Apparentemente davanti a Faro sembra che ci sia  solo il mare. Ma c’è qualcos’altro che non è così evidente a prima vista: l’insieme di isole che compongono il Parco Naturale di Ria Formosa e che fungono da barriera tra la costa e le acque dell’oceano. Come una trapunta patchwork, la riserva di Ria Formosa unisce zone di paludi, dune, banchi di sabbia, corsi d’acqua dolce, banchi di limo… ognuno con la sua particolare comunità biologica. Oltre alla pesca, tra le attività tradizionali delle popolazioni della Ria vi sono l’estrazione del sale e la raccolta di molluschi e bivalve, con cui, con arte e sapienza, sono stati create deliziose specialità gastronomiche, come le amêijoas à Bulhão Pato (vongole cotte con aglio, olio d’oliva e coriandolo) o l’arroz de linguerão (riso con cannolicchi).  Da ovest a est si susseguono lingue di sabbia e una serie di piccole isole dai lunghi arenili poco frequentati. Tra queste Culatra, dove la comunità locale ha deciso di prendere in mano il proprio futuro. Per farlo cerca di introdurre un sistema decentralizzato di produzione di energia elettrica e lavora per salvaguardare uno spirito comunitario che metta al centro dello sviluppo il benessere dei residenti. Ne parliamo con Diana Nunes di pt4u.pt , un’agenzia che organizza escursioni di turismo responsabile all’interno del Parco Naturale di Ria Formosa.
Tornati sulla terra ferma, proseguendo verso oriente, si incontra una serie di realtà che meritano di essere scoperte. Come Olhão, una cittadina abitata da pescatori, dove due edifici in mattoni rossi, sormontati da cupole verderame, ospitano un mercato per la frutta, la verdura e la carne e un altro  destinato al pesce. Tavira, un borgo costruito su un’urbanistica serrata, con strade strette con porte e sbarre di legno che lasciano passare l’aria e ci ricordano il suo passato di medina musulmana. Qua e là si trovano tracce di antiche moschee, fortezze e un ponte che, anche se si dice sia romano, in realtà fu costruito quando nella regione si parlava arabo. Il paesaggio bucolico delle saline e paludi della Reserva Natural do Sapal de Castro Marim e Vila Real de Santo António, che oggi occupa quella che quattro secoli fa era una terra di nessuno. Una terra bella e pacifica, ora abitate da cicogne, svassi e fenicotteri.

visitportugal.com/it

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