Asturie e Cantabria

Tra le 108 statue sparpagliate per la città di Oviedo, nelle Asturie , salta agli occhi quella di un uomo circondato da valige che ha gli occhi rivolti verso la cattedrale. Intitolata Il ritorno di Williams B. Arrensberg, ma meglio nota come la statua del viaggiatore, è un monumento ai tanti migranti che lasciarono la Spagna. Il Nord del paese, in particolare le regioni delle Asturie e della Cantabria , ospita un ricchissimo patrimonio architettonico e culturale legato alle storie degli indianos. Ovvero i migranti partiti per le Americhe, di solito del Sud e Centrale, e ritornati con delle piccole fortune che usavano per costruire ville incredibili, ma anche servizi per i villaggi che avevano lasciato in cerca di un futuro migliore.
Un patrimonio diffuso che oggi viene valorizzato anche grazie a fondazioni e musei. E’ il caso dell’Fundación Archivo de Indianos – Museo de la Emigración – Inicio,  ubicato  nella villa a tre piani “Quinta Guadalupe” di Colombres. Una casa di ispirazione cubano-messicana costruita a inizio novecento per Iñigo Noriega Laso, un personaggio davvero particolare che vantava un’amicizia niente meno che con il presidente del Messico.  Tra le perle delle Asturie, una regione bellissima, incastonata tra le montagne e l’oceano, doverosa una tappa a Lastres: un vecchio villaggio di pescatori abbarbicato sulle scogliere, dove una vecchia casa di indianos è stata trasformata in un hotel-ristorante.
Proseguendo il viaggio in Cantabria verso Santander, si possono ammirare la sua pacifica baia, i suoi musei e i suoi alberi che puzzano (di cui la nostra guida, Clara, ci ha svelato il segreto). Un’altra sosta obbligatoria è Comillas. Questo villaggio di pescatori in mezzo al nulla è diventato, grazie a un altro indiano, il marchese Antonio López López, che ha fatto fortuna a Cuba, uno dei luoghi di villeggiatura preferiti dall’aristocrazia spagnola. Prima città del paese a dotarsi di elettricità, Comillas ospita sia la villa del Marchese, il Palazzo Sobrellano – il primo esempio di modernismo catalano in Cantabria -, che il primo seminario pontificio fuori dal Vaticano.  Uno dei simboli della città è  una delle ville costruite intorno al palazzo e voluta da Maximo Diaz, anche lui indianos. Era cognato del marchese e si fece costruire, nientemeno che da Antonio Gaudí, una casa musicale eclettica, coloratissima e pazzesca, nota come Il Capriccio.
In questo viaggio tra Asturie e Cantabria non può ovviamente mancare l’esplorazione gastronomica. A partire dal sidro, che ci viene versato – o meglio, escanciado – dal cinque volte campione del mondo di escancio Salvador Ondé nella storica sidreria di Oviedo Tierra Astur.
O dal vermuth locale. Niente a che vedere con il nostro, come ci spiega Leticia Vila Gonzàlez del Baruco de Anero, un baretto frequentatissimo nel weekend che preserva la ricetta tradizionale. Per quanto riguarda i dolci imperdibile il Carbayon, uno dei simboli di Oviedo, diventato centenario proprio quest’anno. Il consiglio è di assaggiarlo nella pasticceria dove è nato, in compagnia dell’erede della storia familiare di Camilo de Blas . Impossibile poi lasciare la Cantabria senza assaggiare le sue famose acciughe. L’indirizzo giusto è il mercatino settimanale di Comillas, dove si possono degustare quelle di Aron, acciugaro per tradizione familiare.

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