Granada non è solo l’Alhambra. Certo, l’Alhambra, la vetta dell’architettura musulmana, è uno dei luoghi più magici che la penisola iberica possa regalare ai propri visitatori. Ma Granada non è solo l’Alhambra. La sua posizione geografica è invidiabile: a mezz’ora dalla città c’è un comprensorio sciistico sito all’interno del Parco Nazionale della Sierra Nevada, e la costa (Motril) dista solo un’ora di macchina. Ha dato i natali a numerose personalità, tra cui spicca il poeta, drammaturgo e regista teatrale Federico Garcia Lorca. Un viaggio tra le sue geografie non può che iniziare dal Centro Federico Garcia Lorca , un moderno edificio nel centro storico di Granada che ospita numerose sale di esposizioni, un teatro, una biblioteca e l’ampio archivio dell’autore e della sua fondazione. E’ anche sede di numerose attività come opere di teatro e danza, concerti di musica, presentazioni e molto altro… La tappa successiva è la casa natale di Lorca a Fuentevaqueros, distante una ventina di chilometri da Granada. Federico nacque il 5 giugno 1898 nella casa della maestra del villaggio, sua madre, Doña Vicenta Lorca, la seconda moglie del padre di Lorca. Con l’aiuto della sorella del poeta la casa è stata ricostruita fedelmente, con molti oggetti originali. Il vecchio fienile è diventato una sala espositiva ed oggi questa casa offre una vasta collezione di fotografie, manoscritti, pubblicazioni, curiosità. Pochi chilometri e si arriva a Valderrubio, dove si può visitare la casa di Bernarda Alba , fonte di ispirazione di una delle sue opere più conosciute e più rappresentate. Per pranzo si può tornare in città e puntare sul ristorante Chikito. Originariamente era un bar chiamato Alameda ed era il ritrovo dell’intellighenzia locale che praticava la “tertullia”, un’espressione locale traducibile con “chiacchierate colte”. In questa tertullia leteraria Federico lesse le sue prime poesie e tenne discorsi antologici. Lui e il suo gruppo di amici erano conosciuti come “El Rinconcillo” (il piccolo angolo) per via del posto in cui si sedevano nella sala. Qui o in uno dei tanti ristorante di Granada si possono degustare svariate specialità locali, per digerire le quali basta inerpicarsi lungo le strette strade lastricate del Sacromonte, il quartiere gitano famoso per le sue case-grotte scavate nella roccia: una sorta di Matera in salsa iberica. In quelle grotte oggi riecheggiano le note della Zambra, la festa che accompagnava il canto e il ballo durante le cerimonie nuziali gitane, la cui origine risale. La sua origine rimanda ai rituali nuziali moreschi che qui avevano luogo nel XVI secolo. Tappa fondamentale per capire l’essenza del duende, un termine intraducibile (nel dialetto andaluso, duende può significare folletto ma anche broccato e stoffa pregiata). Nel saggio “Il duende. Teoria e gioco” , che risale al 1930, Federico Garcia Lorca scrive che il duende è “…un potere e non un agire”, “un lottare e non un pensare”. Il poeta sentì dire da un vecchio maestro di chitarra che “…non sta nella gola” ma “sale interiormente dalla pianta dei piedi” e si ritrova come intima cifra di ogni atto di genio; “…si sa soltanto che brucia il sangue, che prosciuga, che respinge tutta la dolce geometria appresa, che rompe gli stili”. E’ quella cosa che ogni artista vorrebbe per sé, e che i toreri a volte mostrano nei loro movimenti, ma anche i pittori, i musicisti, i ballerini di flamenco, i poeti.Lorca chiude il suo saggio chiedendo: “Ma dov’è il duende?” Dopo una serata sul Sacromonte osiamo rispondergli: tra la musa e un angelo, nelle pieghe del pensiero.
L’ispano-americanista Irina Bajini ci suggerisce un paio di libri ‘insoliti’ dedicati a Federico Garcia Lorca da mettere nello zaino prima di un viaggio a Granada: la graphic novel “Federico” di Ilu Ross (Ed. Ventanas) e il giallo “La canzone del cavaliere” di Ben Pastor , con un incredibile Federico mutante…
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