I figli dei fiori di Ascona

Nel diciannovesimo secolo e nei primi anni del ventesimo il Ticino diventò un passaggio verso sud e una destinazione privilegiata di un gruppo di solitari anticonvenzionali, i quali trovarono nella regione, con la sua atmosfera meridionale, terreno fertile in cui piantare quei semi dell’utopia che non erano riusciti a coltivare a nord. Il Ticino venne così a rappresentare l’antitesi del nord urbanizzato e industrializzato, un santuario per qualsiasi tipo di idealista. Dal 1900 in poi il monte Monescia sopra Ascona diventò un polo di attrazione per chi cercava una vita “alternativa”. I fondatori giunsero da ogni dove: la pianista Ida Hofmann dal Montenegro, Henry Oedenkoven da Anversa, l’artista Gusto Gräser e il fratello Karl dalla Transilvania. E poi anarchici, letterati, ricercatori, ballerine… Uniti da un ideale comune, si insediarono sul Monte Monescia, che ribattezzarono Monte Verità . Vestiti con gli indumenti “della riforma” e con i capelli lunghi, lavorarono giardini e campi, costruirono spartane capanne in legno rilassandosi con l’euritmia e bagni di sole integrali, esponendo i loro corpi a luce, aria, sole e acqua. Una sorta di comunità di figli dei fiori, in anticipo di decine di anni dagli hippies degli anni ’60 del secolo scorso.
Per certi versi ‘figli dei fiori’ anche la baronessa  Antoinette Fleming St. Léger e Max Emden, storici proprietari delle Isole di Brissago . Alla prima, che con il marito nel 1885 aveva acquistato le isole sul Verbano, si deve la nascita dell’attuale giardino visitabile sull’Isola Grande. Fu lei a darne inizio alla creazione,  portando terra fertile, costruendo viali e, seguendo la moda del tempo, piantando specie rare ed esotiche, come ad esempio eucalipti e palme. Il secondo, che nel 1927 rilevò la proprietà delle isole, nonostante non fosse un grande appassionato di botanica, decise di conservare e ampliare il giardino ideato dalla baronessa. Gli eredi di Max Emden vendettero le Isole di Brissago che diventarono di proprietà pubblica. Nacque così l’allora Parco Botanico del Cantone Ticino che aprì al pubblico il 2 aprile 1950. Attualmente su una superficie di 2.5 ettari si contano più di 2’000 taxa provenienti dai biomi a clima mediterraneo e subtropicale di tutto il mondo: il bacino del Mediterraneo, la regione del Capo in Sudafrica, la costa californiana, le coste sudorientali dell’Australia e la zona centrale del Cile. Oltre alla ricostruzione di questi ambienti, che sono tra i più ricchi al mondo in termini di diversità botanica, sono inoltre presenti diverse collezioni tematiche.
Figlio dei fiori è anche Yuri Catania , artista italo svizzero che in occasione del 40esimo anniversario di JazzAscona ha realizzato un percorso che dalle sale del Museo Comunale d’Arte Moderna prosegue nelle vie di Ascona dove arte e musica sono le grandi protagoniste. Si chiama Jazz off the wall ed è un’installazione urbana di street art composta da una quarantina di opere applicate sui muri di svariati edifici pubblici e privati con la tecnica della paste-up. Grazie alla realtà aumentata, ogni opera prende vita regalando un’esperienza multisensoriale tramite brevi filmati realizzati dall’artista per svelare, come attraverso una finestra, la vita delle persone ritratte nella loro quotidianità. Perchè anche Yuri figlio dei fiori? Guardate le sue opere sui muri di Ascona…
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