Musicisti partenopei

Un viaggio dentro alcuni scampoli di Napoli attraverso la voce di alcuni musicisti partenopei.
I tre musicisti dei Suonno d’Ajere, un trio nato nel 2016 dall’esigenza di conoscere e approfondire ciò che la città di Napoli ha prodotto nella sua storia musicale, ci parlano del teatro Trianon Viviani e del Gran Caffè Gambrinus. Il primo è il teatro della canzone napoletana. Il Gambrinus è il caffè letterario più prestigioso della città. Aprì i battenti nel 1890 e col tempo arrivò a rappresentare il principale luogo di convegno di Napoli. Le sue sale, impreziosite da dipinti, marmi, stucchi, divennero una piccola galleria d’arte illuminata ben presto dall’energia elettrica.  “In uno di questi tavolini” ci racconta Arturo Sergio, uno dei proprietari “a causa di una scommessa Gabriele d’Annunzio divenne paroliere: scrisse la poesia ‘A vucchella‘, poi musicata da Francesco Paolo Tosti e conosciuta in tutto il mondo grazie alla storica interpretazione di Enrico Caruso”.
Dario Bassolino, pianista, producer e compositore attivo nel panorama nu-jazz, ci parla di Pino Mauro, un’icona della canzone popolare napoletana, nonché tra i ‘responsabili’ della rinascita della sceneggiata. Della canzone di giacca, così chiamate perché i cantanti specializzati in questo repertorio erano vestiti sempre con giacca, cravatta, cappello e tutto quello che proponeva la moda maschile dell’epoca. Il cantante doveva impersonare una figura che al vestiario teneva moltissimo: in pratica il guappo. Ma ci parla anche di Gennaro d’Auria, mago e veggente, è un incrocio tra Mago Merlino e Gargamella, tutto il potere di Nostradamus nel corpo di un tamarro di periferia. E’ l’eletto, a lui infatti è stato donato via mail il terzo occhio, il potere di vedere le cose invisibili, talmente invisibili che infatti non accadono.
Daniele Sanzone, scrittore, autore e voce della rock band ‘A67, ci racconta Scampia, la periferia napoletana in cui ha ambientato il suo primo romanzo: “Madre dolore. La prima inchiesta del commissario Del Gaudio” (). Mirco Del Gaudio, ex pugile e attuale capo del Commissariato di Scampia, è uno spirito inquieto. Si barcamena fra l’amore e l’odio per il suo lavoro (e per i suoi colleghi), un matrimonio fallito e la sensazione di non dedicarsi abbastanza alla figlia. Quando si ritrova davanti al cadavere di una donna che si è suicidata in seguito alla morte del figlio, il commissario capisce subito che dietro quel gesto estremo si nascondono altre verità e altri segreti. E infatti, seguendo il suo fiuto da sbirro, finirà per immergersi negli abissi di un mondo misterioso, in cui l’assenza di speranza si trasforma in dipendenza dall’illusione…

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