Mad Chester

Un viaggio virtuale in una delle geografie musicali più intriganti degli ultimi decenni: quello della Manchester che fu, la mitica Mad_chester.  Un viaggio nel tempo che inizia dall’ormai ex G-Mex Centre: oggi ribattezzato Central Convention Complex, oggi centro congressi. Basta spostarsi di pochi metri per raggiungere un altro edificio dalla marcata impronta vittoriana: la Free Trade Hall. Forse la vera culla della musica di Manchester, dove Bob Dylan fu chiamato «Giuda» negli anni Sessanta perché usò gli strumenti elettrici e dove nel 1976 i Sex Pistols iniziarono a diffondere il verbo del punk al di fuori di Londra ispirando, si narra, i Joy Division, i cui membri della band erano tra il pubblico. In quello che adesso è un hotel di super lusso (della vecchia struttura è  stata mantenuta solo la facciata), sono passate le più importanti band della scena locale. La Free Trade Hall sorge nel punto dove il 16 agosto del 1819 l’esercito inglese rivolse i propri fucili contro una folla di 60mila manifestanti, «colpevoli» di chiedere più democrazia e giustizia sociale. A differenza della Free Trade Hall, è ancora attivo l’adiacente Ritz, luogo dell’esordio assoluto in pubblico degli Smiths (per i fans di questa band tassativo raggiungere l’angolo tra Coronation Street e St Ignatius Walk, dove si trova il Salford Lads Club, celebre grazie alla quarta di copertina dell’album degli Smiths The Queen is Dead). Sempre nei paraggi, a Little Peter Street, c’era il Boardwalk, un popolare locale di musica dal vivo, attivo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. E’ li che fecero il loro debutto dal vivo gli Oasis.  The Man From Delmonte, the Charlatans, Happy Mondays, Female Brothers e James, che suonarono la serata di apertura nel 1986, erano tra le tante band di Manchester che apparivano frequentemente al Boardwalk prima di acquisire riconoscimento internazionale o scomparire nell’oscurità. Il locale ha anche ospitato altri artisti tra cui The Stone Roses, Hole, Sonic Youth, Chumbawamba, Jayne County, Verve, Bob Mold e Rage Against the Machine. Il locale era anche conosciuto come il fulcro della scena musicale britannica C86 (dal nome di una compilation su cassetta pubblicata dalla rivista musicale britannica NME nel 1986). Quello che per tre lustri (1982-1997) è stato forse il locale più famoso del Regno Unito è l’Hacienda, locale che deve il suo nome all’internazionale situazionista. All’interno dell’enorme capannone dove originariamente venivano costruite barche, alla fine del secolo scorso non si contavano più i concerti e le pazze nottate di Mad_chester. Al suo posto è sorto un edificio dalla chiara impronta estetica post-industriale. Gli appartamenti, che non sembrano per nulla economici, realizzati al suo interno venivano venduti con questo slogan promozionale: «nel 1989 vivevi per andare a divertirti all’Hacienda, nel 2019 vivi all’interno dell’Hacienda». Alla gentrificazione resistono, non si sa ancora per quanto, due storici pub: il City Inn Road e il Briton’s Protection. Quest’ultimo lotta per sopravviere allo strapotere delle grandi multinazionali birrarie pronte a rilevarlo e a farne un locale alla moda, cancellando 200 anni e passa di storia.

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