La Vallmaggia è una valle svizzera nelle immediate adiacenze del confine con l’Italia. E’ percorsa dal fiume Maggia, a cui deve il nome, e si sviluppa verso nord, per circa 50 km, tra Locarno e il Lago Maggiore. E’ la più grande delle valli della Svizzera italiana, incredibilmente verde, con boschi fitti che in estate offrono una piacevole ombra nella bassa valle. In autunno si assiste ad un’esplosione di colori, in particolare nella Valle di Lodano, le cui antiche faggete hanno ottenuto il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.
Numerose le scoperte che si possono fare addentrandosi nella valle. A partire dalla Scalada Lónga, un autentico monumento della vita contadina del Ticino. Opera ciclopica frutto di ingegno e forza di volontà è un passaggio nelle gole di Campala, costeggiando Ri di Prato. “È davvero indescrivibile. Il sentiero prende d’assalto la roccia e pare una scala. Si compone or di pietra or di legno; talora vi si scorge la mano dell’uomo, tal’altra appare evidente il soccorso della natura” scriveva a fine Ottocento Federico Balli. E’ su questa Scalada Longa che Chantal porta le sue mucche durante la transumanza, un’avventura raccontata con poesia da Mario Donati e Valeria Nidola in “Mucche in volo” (Salvioni Edizioni), splendido libro illustrato per ragazzi.
La Vallemaggia è stata a lungo terra di emigranti che in California hanno ricostruito paesi con lo stesso nome di quelli che avevano lasciato in Ticino. A riprova delle loro nuove fortune, i più fortunati, hanno costruito enormi magioni per ostentare le loro fortune americane. Un esempio sono i Palèzz fatti costruire a Someo da facoltosi emigrati in California tra il 1875 e il il 1892 (cinque sorsero in due anni). Ne parliamo con Giaele Cavalli e con Elio Genazzi, presidente dell’associazione che gestisce il Museo di Valmaggia a Cevio.
A trovare gli emigrati valmaggesi stabilitisi in California ci andò anche Emilio Balli, durante il suo giro del mondo effettuato tra il 1878 e il 1879. Un’avventura la sua raccontata nelle sale del Museo di Valmaggia con una mostra che rimarrà aperta sino ad ottobre 2024.
Il progetto è stato reso possibile grazie alla messa a disposizione e apertura dell’archivio di Emilio Balli, per anni accuratamente conservato tra le mura domestiche e alla preziosa collaborazione della Facoltà di geografia e ambiente dell’Università di Ginevra. Ispirato dalla lettura del libro, fresco di stampa (1872), di Julius Verne, “Il Giro del Mondo in 80 giorni”, Emilio Balli venne attratto dalle inserzioni apparse sui giornali di un viaggio attorno al Mondo per studiosi. Dotato di grande spirito pionieristico, non esitò ad iscriversi. La circumnavigazione durò 472 giorni e non fu priva di imprevisti…
Giro dei laghetti Naret – Valle del sasso nero