Gressoney: dai walser al Samstag Mȁrt, passando per la regina Margherita

Il Castel Savoia a Gressoney-Saint-Jean, ultimato nel 1904, è una costruzione che sembra realizzata dagli architetti di Walt Disney. Soprannominato il “castello fatato” fu realizzato per volere della Regina Margherita di Savoia, che soggiornava a Gressoney ospite dei baroni Beck Peccoz già dal 1889. Margherita era un tipino che surclassa anche i chiacchierati reali di casa Windsor. Diede vita al cosiddetto “margheritismo”, un fenomeno di costume che alla fine del XIX secolo influenzò diversi ambiti della vita sociale, in primis la moda. Da sempre appassionata di abiti e gioielli, per cui spendeva cifre immense, la regina fu un’icona di stile, tanto che una delle prime riviste di moda del Paese si chiamerà in suo onore Margherita, il giornale delle signore italiane. Inoltre le venne intitolato un po’ di tutto, da nuove pietanze (come la pizza margherita) a rifugi alpini. Anche la sua storia sentimentale ha poco da invidiare ai reali inglesi. Quello con Umberto I, non fu un matrimonio d’amore. Donnaiolo impenitente, Umberto tradì spesso la moglie e rimase per tutta la vita innamorato della contessa Eugenia Bolognini Litta Visconti, rischiando di gettare un’ombra sull’immagine della famiglia reale. Margherita imparò tuttavia a tollerare le intemperanze del consorte, anche perchè pure lei aveva un flirt extraconiugale tollerato da Umberto: era innamorata del barone Luigi Beck Peccoz, con cui costruì un’intensa sintonia negli ultimi anni della permanenza sul trono. Prima ancora della regina e del barone, Gressoney e la valle del Lys era abitata dai walser, discendenti di popoli germanici che durante tutto il medioevo si erano sparsi per le Alpi Centrali  portando in dote usi, costumi, architetture e una propria lingua, il titsch . Furono i primi coloni a intraprendere in Europa l’avventura della civilizzazione dell’alta montagna. Ondate migratorie senza alcun fasto guerriero e senza alcuna gloria monumentale se non quella dei wohngade (stalle-abitazioni), dei fienili e dei forni per il pane. Il loro spirito comunitario è stato raccolto da giovani produttori della valle del Lys che hanno deciso di unirsi intorno al Samstag Mȁrt (“mercato del sabato” in titsch). Questo appuntamento non è solo un punto vendita di prodotti rigorosamente km0, è  un’occasione per raccogliere idee, propositi e progetti. C’è una storia dietro ogni sapore. Ce le raccontano Federico, del progetto Paysage a Manger e Alessia di NaturaLys . La biscottaia Wanda e il formaggiaio Simone.

Per brindare alla loro avventura niente di meglio che una grappa. Per scegliere la più adatta fidatevi di Mimmo, il bartender dell’hotel Lo Scoiattolo

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