E’ dopo aver letto “Acqua – Una storia fantastica” (ed. Bookabook), un romanzo di Marcello Duranti, che ho deciso di fare una puntata fatta di servizi che avessero come filo conduttore l’acqua.. – La storia di “Sodade”, una canzone resa famosa da Cesaria Evora, che parla della nostalgia per la propria terra patita dagli emigranti che hanno dovuto lasciare Capo Verde. La cover di questa canzone interpretata da Peppino di Capri (che in una intervista ci racconta come è nata)..
– Una bellissima canzone di Ivano Fossati dedicata alla “Guerra dell’acqua”.
– Un omaggio ai pescatori pugliesi composto da due canzoni (“Il pescivendolo” di Matteo Salvatore e “Rime Patate e Cozze” dei Bari Jungle Brothers) e una chiacchiera sul molo di Bari con un pescatore barese.- La strana teoria di “Omero nel Baltico“: l’ambientazione dell’Iliade e dell’Odissea secondo questa teoria non si sarebbero svolti nel Mediterraneo orientale, come si è sempre creduto, ma nei mari dell’Europa settentrionale (Mar Baltico e nord Atlantico).
– Il centro storico di Bressanone è un gioiello architettonico costituito da innumerevoli scorci pittoreschi, vicoli intricati ed edifici sontuosi. Il nucleo più antico si trova al di là del fiume Isarco ed è raggiungibile attraverso il Ponte Aquila. L’Isarco è da sempre croce e delizia della città. L’“oro blu”, come qui viene affettuosamente chiamata l’acqua, è infatti onnipresente e la sua abbondanza è motivo di grande orgoglio per i brissinesi. Proprio per questo, ogni anno a maggio, Bressanone e dintorni sono teatro del Water Light Festival. Per la manifestazione, artisti e artiste locali e internazionali creano installazioni luminose in diversi luoghi d’acqua della città, offrendo squarci suggestivi sul complesso mondo di questa preziosa risorsa.
.- Umberto Pelizzari, apneista italiano che ha realizzato 16 record mondiali, uno dei pochi sportivi al mondo che non ha mai fallito un tentativo di record alla prima occasione, ci racconta perchè secondo lui l’apnea, oltre che uno stato del corpo, è anche uno stato dell’anima. “Spesso” dichiara “mi chiedono cosa c’è da vedere laggiù. Forse l’unica risposta possibile è che non si scende in apnea per vedere, ma per guardarsi dentro. Negli abissi cerco il mio io. Sono immensamente solo con me stesso, ma è come se mi portassi dentro tutta l’essenza dell’umanità. È il mio essere umano che supera il limite, che si cerca fondendosi col mare, che si immerge in se stesso e si ritrova”