Un viaggio sulle acque dell’Idrovia Litoranea Veneta, una via d’acqua realizzata dalla Serenissima Repubblica di Venezia negli anni del suo massimo splendore. Grazie ad un sistema di canali artificiali e sfruttando i corsi d’acqua (i fiumi Sile, Piave, Livenza, Lemene, Tagliamento, Stella e Isonzo) e le lagune (Venezia, Caorle, Marano e Grado) già esistenti, collega la Laguna di Venezia con la foce del fiume Isonzo. E’ un percorso di grande interesse storico e naturalistico, lungo ben 127 chilometri. Non ci sono solamente i canali veneziani, con i loro eleganti palazzi ed il profumo di storia, a rendere meravigliosa la Litoranea, ci sono anche i tanti paesaggi che si incrociano durante la navigazione. A partire dalla conca di Portegrandi, una secolare chiusa della laguna veneziana da cui transitavano i traffici fluviali incanalati lungo il Sile. Lungo la navigazione si possono ammirare paesaggi mozzafiato: solo acqua, natura e uccelli lacustri. Barene, isolotti (imperdibile quello di Martignano, ribattezzato l’Isola della Conchiglie) dove crescono fiori endemici dai quali i produttori locali stanno tentando di fare il miele, riserve naturali come quelle delle Foci del Fiume Stella, raggiungibile solo via mare, o quella di Valle Canal Novo, costituita da una ex valle di pesca di circa 35 ettari.Un viaggio che come colonna sonora ha il silenzio. Luoghi che rimandano agli antichi villaggi dei pescatori e alla tradizionale attività di pesca dei loro abitanti. Si possono ammirare i Casoni, caratteristiche abitazioni dei pescatori in legno e canna palustre restaurati a regola d’arte da esperti impagliatori ungheresi del lago Balaton. Lungo il percorso sono domiciliati alcuni ristoranti raggiungibili solo in barca. Ed è possibile imbattersi nei luoghi amati da Ernest Hemingway, che qui trovò ispirazione per alcune pagine di “Al di là del Fiume e tra gli alberi”. Geografie care anche ad un altro scrittore: Pier Paolo Pasolini, che amava frequentare la laguna di Grado a tal punto che nel 1969 decise di girarvi alcune scene del film Medea, una pellicola che aveva come protagonista Maria Callas. E in compagnia del grande soprano (ma anche di altri attori, gente del cinema e amici), dopo aver navigato tra lingue di sabbia, isole e isolette, si spingeva spesso sino a Mota Safon, un ‘casone’ piantato in mezzo alla laguna, isolato e fuori dal mondo, frequentato tutto l’anno da numerosi cigni, e in inverno anche da anatre e germani reali. La navigazione avveniva a bordo dell’imbarcazione da pesca Edipo Re, che il pittore Giuseppe Zagaina metteva a disposizione del suo amico Pasolini. Oggi trasformato in un piccolo museo dall’Associazione Graisani di Palù , Mota Safon ospita una classica abitazione dei pescatori locali, costruita in legno e canne palustri, intessute secondo una tecnica antichissima. Un perfetto luogo fuori dal tempo che, non a caso, Pasolini scelse per fare da sfondo alla tragedia senza tempo di Medea…
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