“Calze blu”, le libere viaggiatrici

“Alle donne per molti anni era stato impedito di viaggiare e nel caso in cui si fossero apprestate a questa esperienza avrebbero dovuto giustificarsi, motivando la propria scelta: seguire il marito (magari in viaggio di nozze o in missioni lontane, nel caso di mogli di religiosi o di militari), assistere un parente, necessità di risparmiare (…), bisogno di rimettersi in salute, arricchire la propria cultura, e nel caso di viaggi in zone remote della terra, migliorare le condizioni degli indigeni e contribuire alla loro civilizzazione. Fino alla seconda metà dell’Ottocento una viaggiatrice era parte di una minoranza e rappresentava un’anomalia e se viaggiava da sola era etichettata come un’eccentrica e il suo viaggio era giudicato una stravaganza, un’impresa bizzarra fuori dal comune. Le giramondo erano, ironicamente, definite ‘Calze blu'”. Carmen Rita Pantano.

Questa puntata è dedicata alle ‘Calze blu’ di oggi. Lo facciamo con Iaia Pedemonte, autrice con Manuela Biolchini, autrice di “La nuova guida delle libere viaggiatrici” .  Una guida per tutte le donne che amano viaggiare in ogni stagione, libere e sicure, da sole o in compagnia. Una selezione di viaggi, mete ed esperienze con un’anima femminile, uniche e originali, in Italia e nel mondo, per single, amiche di valigia, mamme e famiglie, nonne e nipoti. Dall’India al Perù, dal Madagascar all’Iran, da Parigi all’Islanda, dal lato femminile delle città d’arte ai rifugi gestiti da donne in Italia. 50 “avventure umane”: cammini e percorsi ciclabili nella natura, percorsi alla ricerca del silenzio interiore, sfiziosi soggiorni enogastronomici, raffinati itinerari artistici e culturali, esperienze con le contadine e le artigiane nel Sud del mondo, workshop di tecniche ancestrali e perfino shopping intelligente (a titolo esemplificativo Luigia Salino di Insolitaguida ci racconta delle geografie letterarie che fa conoscere durante le sue passeggiate napoletane).

Renata Kostner Pizzinini, preziosa testimone di come si è sviluppato il turismo in Val Badia ed autrice di “Un capitolo di storia del turismo in Alta Badia“, un tomo di oltre 600 pagine scritto a quattro mani con Werner Pescosta (ediz. Uniun di Ladins Val Badia, 2019), e Marina Rubatscher, titolare di un allevamento di mucche, ma anche di un albergo, ci parlano del ruolo delle donne nell’offerta turistica di una splendida meta dolomitica come la Val Badia .

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