L’ingresso nel quartiere è salutato da tre murales dell’artista Pablo Pinxit. Il primo ritrae Adriano Celentano, il secondo Adriano Olivetti e il terzo l’imperatore Adriano. Il quartiere in questione non può che chiamarsi “Adriano”. Non tutti i quartieri dormitorio di Milano sono nati nel secondo dopoguerra, in un momento in cui la sensibilità urbanistica era vicina allo zero. Alcuni sono sorti anche molto tempo dopo: il quartiere Adriano rientra tra questi. Un tempo qui, proprio su via Adriano, sorgevano i capannoni della Magneti Marelli, una delle più grandi e prestigiose industrie lombarde, chiusa come come molte altre tra gli anni ‘80 e i ‘90. È proprio questa strada a dare il nome alla zona: parte direttamente da via Padova con un ponte sul naviglio della Martesana, per poi andare a nord verso Sesto San Giovanni. La prima parte di quartiere, che dà sul naviglio, è antica e fa parte di Crescenzago vecchia, anche a livello visivo: case di ringhiera, viette strette. Andando avanti la via si allarga – è stata allargata negli anni ‘60 – e si apre tutta la zona nuova. Questa zona è il Quartiere Adriano propriamente detto. E’ qui che, al civico 107, è attivo l’Adriano Community Center Magnete , il secondo dei Punti di comunità de Lacittàintorno : un progetto di Fondazione Cariplo che, in collaborazione con il Comune di Milano, cerca di coinvolgere gli abitanti dei contesti urbani fragili nella riattivazione e risignificazione degli spazi inutilizzati o in stato di degrado, per migliorare la qualità della vita e creare “nuove geografie” cittadine. Un innovativo community hub, nato con il lavoro della cooperativa Proges insieme a 28 soggetti, che propone un modello di integrazione unico tra spazi di cura – una parte della struttura è adibita, infatti, a residenza sanitaria assistenziale per anziani – e luoghi aperti di cultura, relazione e socialità. La futura Rsa è ora utilizzata come Hotel Covid gestito dalla cooperativa Proges (al momento sono 61 le persone accolte, e da novembre 2020 a oggi, ne sono passate 1.650; porte aperte anche ai profughi afghani). Tra le attività già attive dentro il PuntoCom ci sono i laboratori di robotica educativa di OFpassiOn ideati da Valeria Cagnina, giovane star della robotica. Mentre i lavori per i tre murales ‘adriani’ sono figli del progetto “Cerco Adriano tutto l’anno“, che attraverso una sorta di referendum ha fatto decidere agli abitanti del quartiere chi ritrarre. Ne parliamo con l’artista (nonchè abitante del quartiere) Eva Martucci di APIS
Una sera che sono andato al Quartiere Adriano per assistere a un concerto presso L’Adriano Community Center Magnete, l’edificio era totalmente immerso nella nebbia. Questo dettaglio mi consente di segnalare un bellissimo libretto dedicato proprio alla nebbia: “La fabbrica della nebbia. Piccolo viaggio sentimentale dentro quel che cancella e svela” di Gino Cervi (Ediciclo Editore, collana Piccola filosofia di viaggio)