Una puntata che a qualcuno potrà sembrare anomala, fuori contesto. Invece per gran parte della trasmissione parleremo di un viaggio, il viaggio dentro le carceri italiane che Luigi Pagano ha fatto nelle vesti di direttore dei suddetti carceri. La ns guida di viaggio è “Il direttore. Quarant’anni di lavoro in carcere “, Zolfo editori, il libro con cui Luigi Pagano, storico direttore penitenziario, racconta i suoi quarant’anni passati accanto ai carcerati, una vita spesa cercandodi ottemperare quel famoso articolo 27 della Costituzione che sancisce come ogni detenuto deve essere recuperato alla società vivendo in condizioni umane; ma anche una vita vissuta all’interno della nostra società che spesso dimentica il principio costituzionale. Con questo libro Pagano traccia un resoconto della propria vita professionale tra Francis Turatello e Mario Chiesa, mafiosi e brigatisti. Quarant’anni vissuti a gestire carceri, da Pianosa ai quindici anni di San Vittore passando per Nuoro, Asinara, Piacenza, Brescia e Taranto. Quarant’anni in cui si è sempre battuto per cercare di rendere umane le “dimore” di chi ha un conto da pagare con la società.
Patrizio Gonnella (presidente dell’Associazione Antigone e conduttore, a Radio Popolare, della trasmissione Jailhouse Rock) dopo una fotografia delle carceri in questo periodo di pandemia, ci elenca una serie di ex carceri che potrebbero diventare luoghi di racconto, luoghi della memoria. Come l’ex carcere di Capraia (chiuso a metà degli anni Ottanta) o la fortezza di Santo Stefano a Ventotene (ci vennero incarcerati l’irredentista Settembrini, Gaetano Bresci e Sandro Pertini)… L’esempio è il Museo della Memoria Carceraria realizzato a Saluzzo. Invece la vecchia tenuta agricola del carcere di Procida, in abbandono dal 1988, grazie al lavoro di decine di volontari, si è trasformata in un parco pubblico: il Giardino sul mare dell’incanto. Il dottor Carmelo Cantone, che in passato era stato Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Toscana, ci racconta l’esperienza dell’isola/carcere di Gorgona, dove il muro di cinta della prigione è il mare. Infine Francesco Ravaioli, frate francescano, ci racconta la storia della Chiesa di San Francesco del Prato a Parma, attualmente al centro di un’ambiziosa opera di restauro che mira però a non cancellare gli anni bui in cui questa struttura, di dimensioni paragonabili a quelle della Cattedrale cittadina, venne utilizzata come penitenziario, ossia dall’epoca napoleonica sino al 1992. Per finanziare le opere di restauro è stato messo in vendita un cofanetto eco-sostenibile che contiene il simbolo della “liberazione” della chiesa. L’oggetto, numerato, è alloggiato in un contenitore espositivo unitamente al certificato di autenticità, oltre ad un opuscolo che racconta la storia della chiesa. Per averlo: info su www.sanfrancescodelprato.it/it/cofanetto