Per anni il numero 69 di Viale Ortles è stato solo un dormitorio per persone senza dimora.
Ora non è più così. E’ questo che racconta il libro “El me indiriss, Ortles 69 – La storia e le
storie della Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci” (di Cinzia Morselli, Il Castello editore): le
storie della trasformazione di Viale Ortles 69 da dormitorio pubblico a Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci.
Un racconto corale della vita e delle tante storie che si intrecciano nella casa della solidarietà
più grande d’Europa. La storia di donne e uomini che hanno avuto uno scampolo di
esistenza, più o meno lungo, sulla strada e poi hanno incontrato Casa Jannacci. E’ un libro
prezioso perchè nessuno si può immaginare cosa c’è dietro il clochard che si incontra sulla
panchina sotto casa. Dando voce a chi in genere non viene data voce, questo libro è uno
schiaffo all’indifferenza. Leggendo queste storie sarà difficile non considerare i clochard
per quello che sono: donne e uomini come noi. Con la differenza che a volte la vita fa brutti
scherzi. I dati della seconda sezione del libro, che raccontano con la cruda chiarezza dei
numeri il lavoro di Casa Jannacci, sono invece un inno alla speranza. Anche le situazioni più
disagiate possono cambiare, basta non dimenticarsi che ci sono donne e uomini più
sfortunati di noi.
Oltre a Cinzia Morselli, autrice del libro, e a Massimo Gottardi, direttore della Casa,
intervengono Pierfrancesco Majorino, oggi deputato al Parlamento europeo, in passato
assessore alle politiche sociali del comune di Milano, e Gabriele Rabaiotti, attuale
responsabile di quell’assessorato. Majorino ricorda che Casa Jannacci non è il museo dei
poveri da visitare dall’alto della propria condizione materiale, magari per mettersi un poco il
cuore in pace. Ale e Franz hanno evidenziato quanto sia facile di questi tempi passare
improvvisamente da ‘persona normale’ a homeless perché oggi la povertà è dietro l’angolo.
Federico Traversa, autore di “Rock is Dead – Il libro nero sui misteri della musica”
(Il Castello edizioni, 2020), ci ha raccontato di Leadbelly, un homeless che ha fatto la storia del
blues. Abbiamo ascoltato la più bella cover di sempre: quella di Creep dei Radiohead
eseguita da Daniel “Homeless” Mustard.
Abbiamo scoperto come la voce di un barbone che canta un frammento di un canto
religioso, dal titolo “Jesus’ blood never failed me yet”, nelle mani di Gavin Bryars & Tom Waits possa scalare le classifiche discografiche. Elisabetta Vergani ci ha letto le pagine del libro che raccontano la storia di Miran, una ex ‘inquilina’ di Casa Jannacci. Mentre Patrizia e Salvatore, detto Moreno, che alla Casa ci vivono ancora, ci raccontano come ci sono finiti e cosa
hanno imparato vivendoci dentro…