L’invenzione del jeans non è americana, come spesso si pensa, bensì europea, con l’Italia a giocare un ruolo fondamentale. Infatti il denim, il tessuto da cui tutto è cominciato, è nato a Nîmes, in Francia (l’etimologia del termine deriva per l’appunto da Serge de Nîmes): la svolta si ebbe però attorno al 1860, quando i produttori francesi elessero Genova a loro porto per gli scambi con gli Stati Uniti. È qui, nella capitale ligure, che venne cucito il primo paio di pantaloni fatti di quel cotone robustissimo blu indigo. Il Blue de Gênes o Blu di Genova. Con le grandi emigrazioni, intorno all’Ottocento, la tela blu di Genova arrivò in America dove venne utilizzata per creare abiti da lavoro per i minatori. Nel 1873 un sarto lettone del Nevada, Jacob W. Davis, prese quei primi jeans a modello e fu subito un successo. Davis si trovò sommerso dagli ordini: vendette 200 paia dei suoi jeans in pochi mesi, ma sopraffatto dalla quantità di richieste, si rivolse a un importante mercante della zona, Levi Strauss, proponendogli un accordo. Il commerciante fiutò l’affare e accettò di finanziare la creazione di una filiera produttiva a San Francisco. Ben presto la febbre del jeans contagiò prima l’America, poi il mondo. Una moda che Giuseppe Garibaldi aveva anticipato: nel 1860 infatti, lui e i suoi mille garibaldini, sbarcarono in Sicilia indossando, sotto la famosa camicia rossa, i jeans. Se quelli dell’eroe dei due mondi sono custoditi al Museo del Vittoriano, il Museo Diocesano di Genova ospita i bellissimi “Teli della Passione”: risalenti al 1500, sono quattordici teli raffiguranti Scene della Passione di Cristo e provengono da una delle chiese più amate dall’aristocrazia genovese, l’Abbazia benedettina di S. Nicolò del Boschetto in Val Polcevera, dove alcuni di essi vennero commissionati intorno al 1538, come apparato effimero per la Settimana Santa. Un incanto di lino e indaco. Proprio per questo suo longevo rapporto con questa stoffa la città di Genova ha un progetto ambizioso: creare un “Museo del Jeans”. Una vera e propria anteprima di questo museo è “Autunno blu: dal Blue de Gênes di ArteJeans London all’infinito di Yves Klein: 5 mostre di arte contemporanea col tema del Blu (sino al 17 gennaio 2021 a Villa Croce). Arazzi e broccati, al posto della ‘plebea’ tela jeans, erano invece le stoffe a farla da padrona nei Rolli: alloggiamenti pubblici di Genova ai tempi della “Superba”, erano le liste delle splendide dimore di nobili famiglie che ambivano a ospitare le alte personalità in transito per Genova in occasione delle visite di stato nell’Antica Repubblica. Se i rolli sono aperti al pubblico durante i Rolli Days, ogni giorno è buono per visitare Villa Durazzo Pallavicini a Pegli. un parco – giardino di ispirazione romantica che non ha eguali…
http://www.visitgenoa.it/ – http://www.museidigenova.it/ – http://www.villadurazzopallavicini.it