Dolomiti senza Confini

MANIFESTO Dolomiti senza confiniE’ un progetto nato dal sogno che le Dolomiti non siano più una barriera ma un luogo d’incontro e amicizia. E’ un Alta Via che collega ben 12 percorsi attrezzati di elevato valore alpinistico e storico che si sviluppano a cavallo tra l’Italia e l’Austria, tra il Cadore e la Pusteria, dalle Tre Cime di Lavaredo alla Val del Gail. La “Dolomiti senza Confiniinfatti consente di attraversare luoghi significativi della Grande Guerra con trincee e gallerie. Un percorso di pace sui luoghi della guerra. Una Alta Via dove gli appassionati di montagna di qualsiasi nazionalità possono incontrarsi per coltivare quell’amicizia che su queste montagne fiorisce più in fretta, ha i colori dell’arcobaleno e profuma di futuro.

Il progetto prevede, attraverso la sistemazione di alcune vie ferrate, di creare un’unica area transfrontaliera dedicata all’escursionismo di alta montagna. L’intervento porterà alla creazione nell’area Dolomiti Live a un percorso alpinistico che consentirà di unire realmente le tre aree superando così le barriere amministrative e nazionali che lo dividono. Parte integrante del progetto sarà inoltre l’attività di comunicazione e promozione delle vie attrezzate a cui parteciperanno fattivamente tutti e tre i Partner (Alpenverein Austria, Associazione Turistica Sestoe Provincia di Belluno). Nelle aree interessate al progetto durante la prima guerra mondiale furono realizzate, dall’esercito Italiano e Austriaco, dei percorsi attrezzati sul Monte Paterno, Torre Toblin, Cima Undici, Croda Rossa di Sesto, Monte Cavallino.

Successivamente quanto rimasto di queste opere è stato trasformato in percorsi attrezzati di interesse storico, turistico ai quali sono stati affiancati di nuovo.

L’area progetto attualmente offre opportunità di accessibilità non uniformi, infatti mentre le vie attrezzate in Pusteria e nell’Osttirol non necessitano di interventi strutturali di risanamento e messa in sicurezza, quelle in area alto bellunese presentano alcune criticità da superare per offrire effettivamente agli amanti della montagna un’unica zona escursionistica ampia e articolata con differenti percorsi attrezzati.

Ne parliamo con Marco Albino Ferrari, direttore scientifico di Meridiani Montagne, che dedicherà un numero a questo tema. Con Bepi Monti, gestore del Rifugio Carducci, uno dei 17 rifugi coinvolti nel progetto. E con Fausto De Stefani, uno tra i più forti alpinisti italiani, capace di scalare tutti i quattordici Ottomila in stile alpino, ma anche persona di grande spessore umano.

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