Bruxelles: città d’arte e meticcia

Bruxelles è una città ricca di musei e dallo scorso dicembre uno imperdibile è l’AfricaMuseum, il Museo reale dell’Africa Centrale a Tervuren nella periferia cittadina. Considerato il più grande museo del mondo consacrato al continente africano, era stato pensato in epoca coloniale come mezzo di propaganda per osannare i meriti della monarchia nella colonizzazione belga di Congo, Ruanda e Burundi. Nella nuova versione la storia coloniale viene finalmente raccontata in tutta la sua violenza grazie a foto e documenti di appoggio all’utente. Inoltre sono state aggiunte sezioni sull’Africa centrale contemporanea che riguardano rituali, cerimonie, musica e le lingue dell’Africa centrale. L’Africa a Bruxelles la si può incontrare anche in quartieri come Matongè e Molenbeek. Il primo prende il nome da una vivace area di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, ed è nato alla fine degli anni ’50 con l’afflusso di studenti congolesi in Belgio, trasformandosi in un autentico quartiere africano dopo che il Congo conquistò la sua indipendenza nel 1960. E’ lungo la Chaussée de Wavre, a pochi passi da una delle più costose vie dello shopping di Bruxelles, Avenue Louise. Molenbeek, diventato tristemente famoso in seguito agli attentati che hanno colpito il cuore dell’Europa, è invece un’area di fortissima immigrazione magrebina ed è conosciuta come “Molenkech”, ovvero la “Piccola Marrakech” di Bruxelles. Diversa la storia di Les Marolles, una sorta di borgo nella città, dove si parla ancora un dialetto stretto e sopravvivono le botteghe di una volta. Conosciuto per la presenza di mercatini, caffè e ristoranti regala da sempre uno spaccato dell’anima popolare della città anche se, secondo i brussellesi doc, da qualche anno si sta ‘sablonizzando’ (Sablon è un quartiere borghese prossimo a Les Marolles) e la gentrificazione è incombente. Il quartiere è una delle tappe da percorrere se si vuole conoscere la geografia del versatile pittore e incisore fiammingo Pieter Bruegel (generalmente indicato come il Vecchio per distinguerlo dal figlio primogenito). Se al Museo Reale di Belle Arti del Belgio si può visitare la collezione permanente delle opere di Bruegel (ma anche, grazie al progetto “Bruegel, Unseen Masterpiece”, una mostra virtuale che con 9 schermi interattivi permette ai visitatori di scoprire i dettagli delle opere del maestro) in occasione del 450° anniversario della sua morte prolificano le occasioni, anche originali, per entrare nel mondo di un artista di cui si hanno informazioni scarse e lacunose, talvolta contraddittorie. Il Bozar, in collaborazione con la Biblioteca Reale del Belgio, ha allestito “Prints in the age of Bruegel” (chiusura 23 giugno): una ricca esposizione dedicata alle arti grafiche del XVI secolo nei Paesi Bassi meridionali con incisioni e xilografie di Pieter Bruegel ed artisti a lui contemporanei. La mostra “The World of Bruegel” nel museo open air Bokrijk, attraverso la Realtà Aumentata, propone un’esperienze immersiva nella metà del XIV secolo, tra edifici e oggetti che sembrano usciti proprio da uno dei quadri dell’artista. Con “Feast of Fools: Bruegel rediscovered” (chiusura 28 luglio) all’interno del Castello Gaasbeek e nei suoi giardini sono esposte tele di artisti che tra le due Guerre Mondiali e nel dopoguerra si sono ispirati alle suggestioni pittoriche di Bruegel. Per esplorare i paesaggi brabantini nella regione del Pajotteland, che l’artista ha immortalato nei suoi dipinti, si può percorrere a piedi o in bici la mostra-tour “Bruegel’s eye: Reconstructing the landscape” (chiusura 31 ottobre): la personale reinterpretazione del lavoro di Bruegel di 10 artisti contemporanei

 

 

 

Info: VISITFLANDERS – Ente del Turismo delle Fiandre Piazza S.M. Beltrade 2, I-20123 Milano www.visitflanders.com/it

Visite guidate a Matongè con l’associazione culturale Kuumba (ch de Wavre 78): www.kuumba.be

Per scoprire Molenbeek in bicicletta e per approfondimenti sul progetto molemBIKE: http://molembike.be/

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