La Cuba che resiste

La casa di Marisol in calle Neptuno, una delle case particular all’Avana dove dormono i viaggiatori di Radio Popolare, è in cima a una ripida scala, protetta da un cancello. Ha più di 100 anni: è del 1911. Osservandola si ha la conferma della smodata passione dei cubani per le sedie a dondolo. Ogni stanza della casa di Marisol ne ha un paio. Di alluminio, di vimini, in legno… non importa il materiale: purché dondolino. La colazione di Marisol è stellata: latte, caffè, burro salato, biscotti, frutta tropicale, pane, gelatina di guaiaba, marmellate fatte in casa, crema di arachidi, succo di frutta… E per finire una piccola omelette. Per mantenere in ordine la sua casa Marisol deve combattere contro i mille problemi della quotidianità di Cuba. Gli interruttori della luce, per esempio, sono uno diverso dall’altro. Non solo come forma, ma anche come concezione. E le finestre nascondono un segreto: quello di come possano essere chiuse pur essendo fuori asse. E’ con economie come quella di Marisol che segmenti della popolazione cubana riescono ad uscire dal ‘minimo di sussistenza’ che garantisce loro lo stato socialista cubano. Quanto potranno resistere ancora le ‘Marisol di Cuba’ ai problemi creati loro dal blocco economico americano da una parte e dai ritardi e dagli errori strategici del governo cubano dall’altra? Di questo, ma anche della nuova costituzione e dello scenario politico internazionale, ne parliamo con il prof. Antonio Moscato, collaboratore di Limes e, per decenni, docente di Storia del Movimento operaio e Storia contemporanea presso l’Università di Lecce (per alcuni anni anche di Storia e istituzioni dei paesi afroasiatici). Con David, mitico accompagnatore dei nostri viaggi, e con Casimiro, un agricoltore che ha trasformato l’azienda di famiglia nella fattoria più sostenibile di Cuba, utilizzando tecniche agroecologiche in grado di resistere meglio all’impatto del cambiamento climatico e garantire la sicurezza alimentare della popolazione senza pesare sull’ambiente.

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