– L’icona delle Alpi non è il Monte Bianco, ma il Cervino. Se chiediamo a un cinese o a un russo di dirci il nome di una montagna delle Alpi citerebbero il Cervino. Ma il Bianco, oltre all’altezza, ha qualcosa in più del Matterhorn. Di cosa si tratta ce ne parla Paolo Paci nel libro “4810 il Monte Bianco, le sue storie, i suoi segreti” (Corbaccio Editore) in cui racconta le storie degli uomini che hanno ‘vissuto’ questa montagna. A partire dal signor Prospero, sua moglie Serafina e sua figlia Giuditta. Una famiglia la cui storia è legata al vecchio Pavillon, il più antico rifugio custodito delle Alpi… Alexander Burgener e Patrick Gabarrou, due guide divise, anagraficamente, da più di 100 anni ma unite proprio per le loro imprese sul Mont Maudit, famso tra gli alpinisti per i suoi tre possenti pilastri addossati l’uno all’altro… Edward Whymper, un alpinista inglese che si divertiva a sbeffeggiare i colleghi francesi… Achille Ratti (poi divenuto Pio XI) alle prese, seppur in discesa, con il Miage, un’autostrada pietrosa per coloro che amano fare molta fatica. Storie che ci fanno capire che non è vero che il Monte Bianco sia la montagna più conosciuta di tutto l’arco alpino, più più la si frequenta e più si scopre che è piena di angoli nascosti.
Lo scittore Marco Albino Ferrari si sofferma inoltre su Courmayeur, su cos’era negli anni ’50 e cosa è oggi che è diventato un paese che grazie alle entrate nette dell’Imu delle seconde case (circa otto milioni di euro) è il comune sopra i mille abitanti più ricco d’Italia..