Pedalando a Utrecht

 

Il fatto che appena sbarcato dal treno a Utrecht una delle prime cose che balzano agli occhi sia una grande moschea non è casuale. Utrecht è una città meticcia: dei suoi 350mila abitanti il 20% è di origine straniera. E’ anche una città giovane, perché un altro 20% è composto da studenti che frequentano le università cittadine. Città giovane e meticcia, ma carica di storia. Per capirlo basta imbarcarsi su uno dei battelli che solcano i canali cittadini, oppure cavalcando una bicicletta. In città, su 345mila abitanti, sono più di 125mila le persone che l’attraversano su due ruote sfruttando i 300 km di piste ciclabili urbane. La CNN l’ha definita la migliore città al mondo per chi ama spostarsi sfrecciando in bici: in alcune strade le piste ciclabili sono addirittura più grandi di quelle per lo scorrimento delle macchine. Utrecht vanta persino un servizio di “onda verde” per i ciclisti e vanta il più grande parcheggio coperto di bici al mondo. Si trova sotto la stazione centrale. E’ stato inaugurato (dopo quattro anni di lavori) l’agosto dello scorso anno e attualmente può ospitar più di 12.500 biciclette ma entro il 2020 nei pressi della stazione centrale troveranno spazio più di 33.000 bici. Pedalando si incrociano numerosi palazzi storici che, in una città promiscua come Utrecht, hanno usi non convenzionali. Per esempio il Cafè Olivier (cafe-olivier.be) è ospitato in una antica chiesa ormai sconsacrata, ma ancora perfettamente conservata nel suo aspetto originario: ottime birre belghe da degustare tra gli stalli del coro e un organo a canne. Mentre la Janskerk (janskerk-utrecht.nl), la chiesa di San Giovanni, famosa perchè a pochi metri dal suo ingresso ospita una statua che ricorda Anna Frank, ospita concerti, ma anche degustazione di vini. Se passeggiando, dopo aver bevuto un paio di bicchieri, incrociate un tagliapietra che aggiunge un sanpietrino con una lettera incisa convinto che sta componendo quella che un giorno sarà la poesia più lunga del mondo, tranquillizzatevi: lui non è pazzo e voi non siete ubriachi. E’ una creazione collettiva ideata dall’associazione Sichting letters van Utrecht (delettersvanutrecht.nl): l’idea alla base è quella di un filo rosso che unisca le generazioni attraverso una poesia le cui lettere sono incise su sampietrini. Tutti possono partecipare, acquistando una lettera della misteriosa composizione i cui versi vengono continuamente rinnovati dai poeti della città. Nessuno vedrà mai completata l’opera, ma quel che conta è che il legame fra passato e presente sarà inossidabile come la pietra… Pura poesia è anche la casa che Gerrit Rietveld e Truus Schröder (rietveldschroderhuis.nl/en) costruirono ai margini della città nel 1924. Lui era un designer che con i legnetti trovati nei giardini e nei boschi circostanti alla sua abitazione costruiva sin da bambino giocattoli o piccoli mobili. Lei era una ragazza ribelle, prima giovane e benestante moglie di un avvocato piuttosto conservatore, e poi dal 1923 inquieta vedeva con tre figli, desiderosa di cavalcare i venti della diversità. Insieme hanno realizzato una casa che stupisce anche oggi…

 

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