Preservare e riattivare i borghi italiani

 

Una puntata figlia di un convegno organizzato da Fondazione Cariplo dal titolo “Borghi. Un patrimonio da preservare e riattivare: le esperienze in Lombardia”.

A suo tempo il compositore Gustav Mahler sentenziò che “la tradizione è custodire il fuoco, e non adorare le ceneri”. Tenendo questa massima come riferimento il convegno è stato un’occasione per fare un bilancio di un lavoro che negli ultimi dieci anni ha promosso e incentivato innovazione in ambito culturale e ambientale con lo scopo di incrementare lo sviluppo sociale, tecnologico ed economico di siti a forte interesse come i borghi e il patrimonio storico. Sono stati presentate le case history più significative e il progetto per le Valli Resilienti, realtà dove “resilienza” non è solo la messa in sicurezza ed eventuale ricostruzione dei luoghi, ma anche il rilancio di tutte le attività locali con risultati tangibili. Dalla gestione del rischio spopolamento del centro urbano a Sabbioneta, la città ideale inventata dal Principe, alla realtà di Bienno in Valle Camonica, il borgo dell’acqua e del ferro che oggi è conosciuto come il borgo degli artisti, una comunità innovativa, culturalmente attiva, con prospettive di sviluppo… Esempi concreti di come sia possibile creare buone pratiche di intervento quando l’abbandono sembra aver preso il sopravvento. Qui approfondiamo due esperienze che in comune hanno la riscoperta della bellezza delle cose che ci stanno vicino e il valore di condividerle con gli altri. La prima è il lavoro fatto in Val Camonica, la Valle dei Segni dove per migliaia di anni gli uomini hanno lasciato qui, sulla pietra di queste montagne, il segno della loro presenza. Oggi, grazie a Wall in Art (una rassegna figlia dell’intuizione del Distretto Culturale della Valle, celebri) street artist come Ozmo e Moneyless hanno portato in valle la loro arte con enormi murales. La seconda è il distretto culturale della liuteria di Cremona, un progetto che sostiene la cultura musicale e la liuteria cremonese, coordinando i soggetti che in città si occupano di educazione, formazione e ricerca in ambito musicale e liutario, avvicinando gli ambiti della formazione e della ricerca con la cultura materiale dei liutai. Cremona vissuta non come città dei violini, ma come città dei liutai. Una mission che deve spingere ogni liutaio a volersi trasferire nella città che diede i natali a Mina. Un’esperienza che risalta ancora di più se paragonata a come non viene sfruttato a Genova il violino più famoso al mondo: il Cannone di Paganini

#EuropeforCulture #areeinterne

http://www.distretticulturali.it

 

 

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