A 30 anni dall’assassinio di Mauro


“… agli uomini capita di mettere radici, e poi il tronco, i rami, le foglie… quando tira vento, i rami si possono spaccare, le foglie vengono strappate via: allora decidi di non rischiare, di non sfidare il vento. Ti poti, diventi un alberello tranquillo, pochi rami, poche foglie, appena l’indispensabile. Oppure te ne fotti. Cresci e ti allarghi. Vivi. Rischi. Sfidi la mafia, che è una forma di contenimento, di mortificazione. La mafia ti umilia: calati junco che passa la piena, dicono da queste parti. Ecco, la mafia è negazione d’una parola un po’ borghese: la dignità dell’uomo”

Sono parole di Mauro Rostagno, assassinato il 26 settembre di trent’anni fa. Aveva 46 anni e molte vite alle spalle. Leader del ’68 a Trento, dove da Torino si era trasferito per frequentare la nuova facoltà di sociologia. Fondatore di Lotta Continua con Adriano Sofri e animatore del centro culturale milanese Macondo. Poi la scoperta delle filosofie orientali, il viaggio in India con la compagna, Chicca Roveri, e la figlia Maddalena. Infine l’ultimo approdo in Sicilia, a Lenzi (Tp), per dar vita alla comunità Saman, che trasforma in una comunità per il recupero dei tossicodipendenti. Giornalista in una televisione locale, denuncia il malaffare e gli intrecci tra mafia e politica, tra imprenditoria inquinata e i comitati d’affari collegati alle logge deviate. Denunce che gli sono costate la vita. Delle geografie della sua vita avevamo parlato in Onde Road nell’ottobre del 2011 (http://blogs.radiopopolare.it/onderoad/?p=118). Ripartiamo da quella puntata, aggiornandola in compagnia di Maddalena, la figlia di Mauro, e del giornalista Ivan Berni.

 

 

Su richiesta degli ascoltatori ecco la play list che Maddalena dedica al padre (tratta da “Il suono di una mano sola” ediz. Il Saggiatore):

1) Sultans of swing dei Dire Straits, perchè è lui che balla, scanzonato, appassionato

2) Cuanta pasiòn di Paolo Conte, perchè “una illusiòn temeraria, un indiscreto final”

3) The sound of silence di Simon & Garfunkel, perchè è la canzone che scelsi come colonna sonora per accompagnarla al cimitero

4) Voglio vederti danzare di Franco Battiato, perchè la ascoltava quasi ogni giorno

5) Me and Bobby McGee di Janis Joplin, perchè è Janis Joplin

6) Bartali di Paolo Conte, perchè è lui, godereccio e dissacrante

7) Emozioni di Lucio Battisti, perchè lui tanti anni prima aveva detto ai compagni che Battisti si poteva ascoltare, anche se non era un compagno

8) Rimmel di Francesco de Gregori, perchè forse nel suo salotto De Gregori stava suonando proprio quella, mentre io facevo la pipì sul suo tappeto

9) Andrea di Fabrizio de Andrè, perchè è una canzone d’amore e una canzone contro la guerra

10) La libertà di Giorgio Gaber, perchè parla di libertà, perchè la libertà è partecipazione

 

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