A Cannes per un cocktail

Tutto cominciò nel secondo secolo a.C. quando la tribù ligure degli Oxybian creò un insediamento sul promontorio di Le Suquet. E, probabilmente, era ancora un piccolo porto di pescatori liguri quando nell’891 fu attaccata dai saraceni, che vi si stabilirono sino al X secolo. A quei tempi l’area era una dipendenza del monastero di Lérins, ubicato su una delle isole davanti a Cannes. I monaci costruirono una castello fortificato, le Château de la Castre, intorno al quale il villaggio si espanse. Ce n’è per scrivere la sceneggiatura di un film e può darsi che prima o poi al Palais des Festivals et de Congres durante una delle prossime edizioni del Festival del Cinema venga proiettata una pellicola che racconta la storia di Cannes. Il cinema è illusione e la città che fu degli Oxybian lo ricorda offrendo ai suoi visitatori un red carpet virtuale che raccorda una manciata di murales a tema cinematografico. Si parte da rue Louis Braille dove Harold Lloyd, uno dei grandi comici del cinema muto, è immortalato nella scena in cui cerca di fermare il tempo aggrappandosi alla lancetta di un enorme orologio. Nel vicino boulevard d’Alsace risplende in tutta la sua bellezza eterna un gigantesco ritratto di Marilyn Monroe. Proseguendo verso il centro storico si trovano un omaggio a Jean Gabin e uno a Gérard Philipe. Per uno spuntino si può puntare su Rue Meynadier, la via dei sapori, residenza degli alimentari più sfiziosi della città. Dalla Pescheria Cannoise, che esiste da oltre 40 anni, alla Boutique Aux Bons Raviolis, dove la specialità sono i ravioli niçois (da provare quelli con le biete e il manzo, agli asparagi o con basilico e pomodori essiccati). E ancora: la macelleria del quartiere, la formaggeria Ceneri e il mitico Ernest, che è qui da tre generazioni e vanta sia una drogheria che una pasticceria, una in fronte all’altra. Riprendendo il viaggio tra les Murs Peints ci si inerpica tra gli antichi vicoli del Suquet, la vecchia Cannes. La passeggiata diventa un viaggio nel tempo. Pochi passi e non c’è più nulla del glamour che imperava sino a quel punto. Le stradine sono strette, ma il sole riesce a fare capolino fra una casa e l’altra, inondando i balconi pieni di fiori. I murales evocano Buster Keaton e JacquesTati, ma l’attenzione è distratta dagli scorci mozzafiato che si intravedono tra un vicolo e l’altro. La Rue du Suquet è ripida e ha due anime completamente diverse. Di giorno è un paese fermo nel tempo, di sera si anima senza ritegno. I tavoli dei ristoranti strabordano dai locali e occupano la strada, le gallerie d’arte e i negozi d’artigianato accendono le loro vetrine sino a notte fonda.

www.cannes-destination.fr

Ascolta il podcast:

Cannes, itinerario tra i murales sul cinema

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *