Zurigo

Uno dice Zurigo e la mente corre a un insieme di caveau bancari. Ovviamente ce ne sono tanti, ma c’è anche una città che negli ultimi anni si è rimodellata seguendo una logica che sorprende il visitatore. E’ il caso di Zurich West, ex sobborgo industriale della città. Fabbriche e cantieri sono stati riconvertiti in gallerie d’arte, teatri, jazz bar, atelier di giovani stilisti. E c’è persino un centro termale aperto all’interno di un vecchio birrificio. Tutto è figlio di una pianificazione urbanistica progettata verso la fine degli anni ’80 quando la municipalità zurighese doveva risolvere il problema della riconversione di un’area che sino ad allora era stata esclusivamente industriale. Decise di non destinarla al terziario, ma di voler creare un quartiere vivo, dove eventuali uffici dovevano essere solo ai piani superiori degli edifici. A piano terra le licenze sono state concesse solo a laboratori artigiani, negozi, asili…  Un esempio illuminante è l’oasi verde Frau Gerolds Garten. E’ riconoscibile per un grande murales realizzato da una studentessa della scuola di arte applicata e per le creazioni di urban knitting che lo adornano: biciclette e sedie rivestite a maglia con sgargianti colori. Su un grande pezzo di terreno incolto in un’ottantina di orti rialzati vengono piantate verdure, erbe aromatiche, insalata e frutta. Questi prodotti sono utilizzati nella cucina del ristorante che può così vantare una vera cucina a km zero. Gli orti-aiuola sono anche un punto d’incontro per gli abitanti del quartiere, che possono affittare o chiedere in prestito i cassoni con cui coltivare le piante in base ai propri desideri. A fare ombra a questa enclave bucolica ci pensa la Prime Tower, un grattacielo alto 126 metri, dove dal 35esimo piano, sede del ristorante Le Nuvole, è possibile ammirare il paesaggio urbano zurighese nella sua complessità, compreso il centro storico, fatto di stradine e vicoli da percorrere rigidamente a piedi. Tra le mete imperdibili il Cabaret Voltaire, un piccolo locale della città Vecchia che da qualche anno ha riaperto i battenti grazie all’aiuto della municipalità. E’ la culla del movimento Dada, l’anima ribelle di Zurigo che cento anni fa mise al centro del suo agire il rifiuto di ogni atteggiamento razionalistico. L’articolazione delle iniziative di Tristan Tzara, Hugo Ball, Hans Harp e dei loro soci ebbero infatti come motore ‘il caso’, una scelta provocatoria che doveva generare una nuova arte, coincidente con la vita stessa e non separata da essa. Il razionalismo marxista ha invece imperversato a lungo nelle stanze del Coopi, il Ristorante Cooperativo italiano di Zurigo, un centro culturale noto nella storia dell’antifascismo, del movimento socialista e dell’emigrazione italiana in Svizzera. Qui  venne fondata una libreria e un quotidiano, “L’Avvenire dei Lavoratori”, che durante il regime fascista fu l’unico foglio socialista italiano edito fuori dalla clandestinità (oggi pubblicato sotto forma di newsletter). Tra i collaboratori della storica testata Serrati, Rosselli, Colorni, Saragat, Pertini, Nenni, Silone, Fortini, Barbara Wootton e molti altri…

Info: myswitzerland.com/zurigo

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