Tre libri da leggere durante l’avvento all’80esimo della liberazione dal nazi-fascismo.
“Una domenica senza fine” di Paolo Maggioni, edizioni SEM
Milano, domenica 29 aprile 1945. Mentre i cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di alcuni gerarchi vengono esposti in piazzale Loreto, un gruppo di anarchici guidati dallo spagnolo Agustino Barajas detto “Carnera” attraversa la città in direzione opposta. Nelle ore in cui l’Italia festeggia la caduta del fascismo, Carnera ha qualcosa da fare. Cresciuto nella Barcellona rebelde dei primi anni Venti, vuole rovesciare il regime del generalissimo Francisco Franco che opprime il suo paese. Le armi, però, non fanno per lui. Idealista, cultore di un’eleganza impeccabile, tra i migliori falsari d’Europa, Carnera intende approfittare di una Milano in preda alla frenesia, alle rappresaglie e ai regolamenti di conti per compiere un’azione impensabile. Solo la più pura fantasia sovversiva può concepire un progetto tanto temerario, i cui effetti avranno ricadute sconvolgenti a mille chilometri di distanza: nella Madrid nera della dittatura falangista. Non esiste nessun dopoguerra e il conflitto di ieri lascia già il posto a nuove battaglie. La storia di Carnera si intreccia a quelle del giornalista Daniele Colpani, un tempo speaker della fascistissima Radio Marte, e di Marta Ripoldi, vedova, tranviera e staffetta partigiana. Nel tempo sospeso di questa domenica senza fine, tutti e tre cercano di dare un senso al dolore patito e di trovare una speranza a cui aggrapparsi per il futuro. Così, i destini dei singoli si sfiorano, si intrecciano e si confondono nel compiersi della Storia. Ispirandosi alla vita vera dell’anarchico Laureano Cerrada Santos, Paolo Maggioni racconta di un piano inaudito in stile La casa di carta, esplora le mille vie di un sogno chiamato rivoluzione, distilla l’odio insopprimibile che ha diviso l’Italia repubblicana fino a oggi.
“Antifascismo a Cormano” a cura di A.N.P.I. Cormano, edito dalla Cooperativa la Città
Sono tante le storie, raccontate nelle pagine del libro, avvenute durante la guerra di Liberazione tra il 1943 e il 1945 che hanno come protagonisti chi, tra i giovani cormanesi, scelse di raggiungere le formazioni partigiane sulle montagne lombarde e piemontesi, impegnate nella lotta contro le forze di occupazione nazi-fasciste. Storie di donne e di uomini e delle loro famiglie. I momenti difficili, drammatici e a volte tragici delle vite dei protagonisti locali della Liberazione sono raccontati da alcuni giornalisti, attivisti e testimoni indiretti che hanno contribuito a scrivere le pagine del libro. Un progetto che riprende un filone documentaristico avviato dall’amministrazione comunale nei primi anni duemila sulla Resistenza a Cormano. E che ha visto l’impegno diretto del giornalista Alessandro Milani e di Adriana Gandolfi, per anni bibliotecaria e appassionata di storia. Insieme con i loro testi anche quelli di altri documentaristi e testimoni indiretti come Cesare Scurati, Vanda Ambroso, Roberto Cellini, Romano Seregni. Luciana Cerasi e Walter De Bernardi
“Guarda il cielo” di Matteo Fortuna e Simona Binni, edizioni Tunuè
Il 26 aprile del 1945 a Lonigo, in provincia di Vicenza, il nonno di Matteo Fortuna, Giuseppe Fortuna, viene fucilato da un gruppo di tedeschi in fuga. L’Atlante delle stragi nazifasciste lo censisce con queste parole: “Fortuna Giuseppe, fu Emilio e Nogara Assunta, coniugato con Silvagni Letizia, padre di due figli, nato a Lonigo, di anni 32, sfollato da Genova, partigiano.” Era un partigiano appartenente alla brigata Garibaldi Martiti di Grancona. Il resoconto storico dell’episodio raccontato nella graphic novel del nipote Matteo, si trova nell’Atlante delle stragi antifasciste. Una storia universale proprio nel suo essere personale.