Il confronto tra due Giuda, figuranti di due storiche Vie Crucis Viventi dell’Italia meridionale: quella di Ravello, un borgo della costiera amalfitana, e quella di Paupisi, nel beneventano. E la Via Crucis con le vittime della camorra al conservatorio di San Pietro a Majella, un’idea di don Tonino Palmese, vicario episcopale per la carità della Diocesi di Napoli e referente campano di Libera. Qui a leggere le meditazioni sono magistrati, rappresentanti delle Forze dell’ordine e vittime innocenti della criminalità. Niente Vie Crucis nel Trentino occidentale, ma la possibilità di adottare un melo in Val di Non. Funziona così: alcuni agriturismi della valle danno la possibilità di visitare i frutteti in compagnia dei loro proprietari, scegliere una pianta e (quando saranno maturate) raccogliere dall’albero un’intera cassa di mele da portare a casa con sé. In attesa che i meli maturino ogni mese il contadino spedirà all’adottante una mail che testimonierà lo stato di salute del suo melo. A Topolò invece, un paesino disperso tra le montagne delle valli del Natisone il cui nome deriva dall’albero del pioppo (in sloveno “topol”) rischia di chiudere per i tagli alla cultura un intrigante esperimento culturale. In questo borgo nell’estrema parte orientale della provincia di Udine, a poca distanza dal confine con la Slovenia, da anni a luglio è attiva “Stazione Topolò-Postaja Topolove” una manifestazione internazionale che tocca vari campi dell’ arte e della comunicazione: filmati, disegno, fotografia, musica, poesia, teatro. Gli artisti vengono ospitati nel piccolo borgo di Topolò dove effettuano un “intervento” sulla base degli stimoli ricevuti dal luogo stesso. Perdere quest’esperienza sarebbe criminale…
Azienda autonoma Turismo di Ravello (link) – Per adottare un melo (link) – Per salvare la stazione di Topolò (link e link)
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