La prima cosa con cui ti ‘scontri’ quando arrivi nei Paesi Baschi è la lingua. Avversata dal regime franchista, oggi l’euskera è in bocca a circa 700mila vascoparlantes (o euskaldunes). Tra le migliaia che esistono al mondo, il basco è una delle poche “lingue isolate”, ovvero non imparentate con nessun altra lingua. Misteriosa e difficile, ti fa capire che sei entrato in un mondo altro. Te ne accorgi anche andando al San Mamés, lo stadio dell’Athletic Bilbao . E’ l’unica squadra al mondo alla quale i tifosi non chiedono di vincere, ma semplicemente di (r)esistere. Possono vestire la maglia biancorossa solo i calciatori di origine basca o formati a Lezama (il centro sportivo dell’Athletic) o nelle giovanile di un altro club basco. Una incredibile commistione fra ius soli e nazionalismo pragmatico, una famiglia che non conosce l’esclusione etnica. Se da spettatori si vuole diventare praticanti ci sono le onde del Mar Cantabrico da cavalcare. Oppure nell’entroterra si può raggiungere l’Izki Golf . Sito nel cuore della Montaña Alavesa, vicino al Parco Naturale di Izki, è nato per volontà di Severiano “Seve” Ballesteros Sota, uno dei più popolari giocatori di golf di tutti i tempi. Genio sregolato, una sorta di George Best del golf, ambiva portare sul fairway i ceti popolari. Non a caso, Izki Golf è una struttura pubblica, frequentata dai ragazzi delle scuole pubbliche. Un’oasi naturalistica, circondata da querce, faggi e agrifogli, dove si può praticare anche cicloturismo e birdwatching. Lo sport preferito dai baschi però resta un altro e si chiama: “Ir de pintxos” (letteralmente “andare di bar in bar a bere e mangiare i pintxos“). Complesse architetture di ogni sapore e colore, i pintxos sono la risposta basca alla tapas (differiscono per l’elaborazione, la complessità realizzativa e l’utilizzo di una gran varietà di materie prime). Sono piccole prelibatezze culinarie che si possono trovare in qualsiasi taverna, una vera e propria “pietanza in miniatura” e per molti versi sono anche creazioni artistiche. Vanno accompagnate una sidra fresca o una bottiglia di Txakoli, un piccolo gioiello dell’enologia basca. È un vino bianco che ricorda queste terre, ha tutti i sapori del mare, è fresco, salato, sferzante e a tratti selvaggio. Per chi ama un vino più strutturato può procurarsi una bottiglia del Crusoe Treasure . E’ il nome di un programma con cui Borja Saracho è diventato famoso in tutta Europa grazie al peculiare modo di far invecchiare il vino che produce. Trattasi di vino subacqueo che staziona in cantine sotto le acque del Mar Cantabrico per poi essere venduto non solo in Europa, ma in tutto il mondo.