Antonio Licciardello è il capo dei capitreni. E’ lui il nostro Virgilio che ci conduce alla scoperta di una linea ferroviaria unica al mondo: la Circumetnea. Fasciato nella sua divisa, con tanto di cravatta bloccata da una ruota alata, simbolo aziendale adottato dai ferrovieri, ci aspetta alla stazione di Catania Borgo. Il treno, costituito da una carrozza, parte con un fischio. In 123 anni la ferrovia è stata intercettata 4 volte da colate laviche, tutte nel tratto Randazzo-Riposto, ma è sempre rinata. Fin dalla partenza il binario è fiancheggiato da nere rocce laviche. Superato Misterbianco si apre un grandioso panorama verso “a’ muntagna” con una vegetazione che varia continuamente. E’ una campagna fittamente coltivata: gli agrumeti lasciano il posto agli ulivi, a qualche raro vigneto e ai fichi d’India. Il paesaggio cambia superata Adrano, dove il treno arranca in salita attraversando piantagioni di pistacchio impiantate sulla roccia lavica (il signor Carmelo, che ha ereditato dal padre il terreno e la passione per i pistacchi, ci spiegherà che le proprietà organolettiche di queste rocce non te le dà nessun altro suolo…). Passeggiando per Bronte si scoprono edicole votive inneggianti alla Madonna con la pistola, mentre se ci si spinge sino alla rimessa della famiglia Gullotti, nella periferia di Bronte, si può fare un incontro ravvicinato con il carretto siciliano, un veicolo nato come mezzo a trazione equina e poi convertitosi in veicolo di trasmissione culturale. Il viaggio prosegue toccando il punto più alto del tracciato ferroviario: all’altezza di Rocca Calanna siamo quasi a 1000 m slm. Alla nostra destra il vulcano è preceduto dall’enorme macchia verde del Parco dell’Etna: pinete, faggete, boschi di betulle, cespugli di ginestra. Un habitat favorevole alla sopravvivenza di animali selvatici come la volpe, la lepre, il coniglio, il riccio, il pipistrello, così come uccelli da preda come falchi, gufi e aquile reali. Il borgo medievale di Randazzo merita una sosta per poterlo visitare. E’ conosciuto come “la città delle 100 chiese” e almeno tre meritano di essere visitate. La chiesa di Santa Maria, nel quartiere latino. Quella di San Niccolò, nel quartiere greco e quella di San Martino, nel quartiere romano (suo è quello che viene considerato il miglior campanile di Sicilia). Superato Randazzo il treno sfiora i resti di una casa immersa nella lava della colata che se l’è ‘mangiata’ la notte tra il 17 e il 18 marzo 1981. Da qui inizia la discesa lungo la valle dell’Alcantara ed il paesaggio diventa meno aspro e selvaggio. La campagna inizia ad essere punteggiata da fastose ville mentre il treno attraversa i pregiati vigneti della Solicchiata. I binari sono fiancheggiati da ginestre e zagare. Paesi e frazioni vengono superati uno dopo l’altro, mentre in lontananza si scorge il baluginare dello Ionio e ai lati della ferrovia ricompaiono gli agrumi. Il capolinea di Riposto è sempre più vicino…
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