Liverpool, non solo calcio e Beatles…

Per anni Liverpool è stato il suo porto. E’ li che ha costruito la sua ricchezza. Quando smise di commerciare in carne umana nera (per più di un secolo più del 40% dell’intera tratta europea degli schiavi fu gestita dai mercanti di Liverpool), si mise a spedire carne umana bianca e divenne il porto d’imbarco per milioni di emigranti che lasciavano la Gran Bretagna e l’Irlanda. Ma dopo la seconda guerra mondiale la rivoluzione dei containers  portò via migliaia e migliaia di posti di lavoro per gli scaricatori. Poi venne la globalizzazione, e infine Margaret Tatcher che, dove passava, non lasciava un’industria in piedi per il prossimo secolo. Tra il 1971 e il 1995 Liverpool ha perso 200mila posti di lavoro, in gran parte industriali… Poi una lenta rinascita, che si porta come dote la gentrificazione di alcuni quartieri. E’ il caso del Baltic Triangle , una vecchia area industriale che, quando Liverpool era una fiorente città commerciale, ospitava merci  prima che venissero trasportate su navi dirette al Nord America e ai Caraibi. Quegli edifici e quei magazzini ora ospitano artisti, registi e giovani imprenditori. E’ una delle zone della città più ricche di murales. Tra questi anche quello più visitato: un lavoro che porta la firma dall’artista locale Paul Curtis che ritrae le ali del Liver Bird, il simbolo della città di Liverpool (un uccello mitico, mezzo cormorano e metà aquila). Non ci sono molte persone che, dopo averle incrociate, possono asserire di non aver scattato una foto in piedi davanti alle due ali. In Jamaica Street, all’angolo con Jordan Street, sempre nel  Baltic Triangle, c’è il murale dedicato a Jurgen Klopp.  È stato creato in due giorni nel giugno 2020 dall’artista di Liverpool Caleb. Il dipinto mostra il sorriso raggiante di Klopp accanto alle parole “We are Liverpool 2020!” e il solito Liver Bird che stringe il trofeo della Premier League. In effetti la squadra di calcio guidata da Klopp è una delle attuali “ricchezze” della città. Per capirne il perchè procuratevi “Lettere da Liverpool” di Stefano Ravaglia . Non è una guida vera e propria, ma un escamotage per entrare nell’anima di una città. Lettere da Liverpool è il racconto della storia sportiva, unica e irripetibile, del Liverpool Fc : le vicende calcistiche della squadra del Mersey sono sempre state fortemente collegate agli aspetti culturali e politici della città e dei personaggi che l’hanno attraversata. Protagonisti assoluti delle rivoluzioni sociali contemporanee lo sono stati anche i Beatles, l’altra grande icona cittadina. D’obbligo un salto prima a The Cavern e poi a Strawberry Field , l’ex orfanotrofio che ispirò una celeberrima canzone ai Fab Four. Ma la musica di Liverpool non è solo quella dei Beatles, e per sincerarsene basta fare un salto al The British Music Experience , uno spazio che presenta mostre interattive, artefatti e cimeli sulla storia della musica rock e pop britannica, con un particolare focus su quella di Liverpool.

 

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