Brughiere, foreste e “casette” per i libri
Camminare dentro un bosco è una magia. E camminare aiuta a riflettere. È forse questo uno dei motivi per i quali alcune delle pagine più belle della letteratura mondiale sono ambientate all’interno di foreste, luoghi magici in cui il nostro essere si fonde con la natura, inducendoci al raccoglimento e alla riflessione. Molti di questi boschi non sono frutto della fantasia degli autori, ma esistono nella realtà e sono visitabili. E’ il caso delle brughiere inglesi dello Yorkshire che fanno da sfondo a “Cime Tempestose”, il capolavoro delle sorelle Brontë. Un magico mondo immerso in un’incantata atmosfera dove il tempo sembra essersi fermato. Le origini del bosco dei cento acri di Winnie Pooh invece pare sia una sintesi tra i ricordi d’infanzia di Alan Alexander Milner (autore della serie di libri con protagonista il celebre orsacchiotto), quelli di suo figlio di quando aveva tra i quattro e gli otto anni, e la topografia del loro terreno idilliaco nel sud dell’Inghilterra. Questo mondo ideale si rispecchia in tre particolari luoghi fisici: la casa di campagna di Milne e il giardino nello stile del XVI secolo; una brughiera di 24 chilometri quadrati, chiamata Ashdown Forest; e il vicino bosco privato, chiamato il Five Hundred Acre Wood, il Bosco da cinquecento acri. Se il Parco Nazionale di Pench è la residenza di Mowgli, il figlio della giungla. La mitica Foresta Proibita di Harry Potter è la trasposizione letteraria della foresta del Dean , nel Gloucestershire occidentale. Diversa la storia che arriva da una foresta della zona di Nordmarka, nei pressi di Oslo. E’ una foresta di 1000 alberi, destinati a crescere indisturbati fino al 2114. Dal 2014 è parte integrante della costituenda Future Library , un lungimirante progetto culturale di land art concettuale dell’artista scozzese Katie Paterson che prevede che, alla fine della loro crescita, questi alberi vengano destinati a produrre carta per stampare libri. Ogni anno viene richiesto ai maggiori autori contemporanei un loro manoscritto che deve rispondere a semplici regole: la completa originalità delle scritto, che non deve essere noto a nessuno oltre che all’autore. Ovviamente l’autore piena libertà sull’opera, che può essere di qualsiasi lunghezza o genere. Il manoscritto sigillato viene conservato in una specie di capsula del tempo (una Silent Room presso la Biblioteca Deichmann di Oslo) e verrà dato alle stampe in 3000 copie alla scadenza del 2114. Quello delle little free library infine è un fenomeno esploso nel 2009, negli Stati Uniti d’America, quando Todd Bol e Rick Brooks inaugurarono la loro prima impresa sociale. Aprì così, lungo una pista ciclabile in Wisconsin, la prima libreria libera della storia. Oggi le little free library registrate sono migliaia e se ne trovano in tutto il mondo. Anche a Formigine, nel modenese. L’idea è venuta a Elena Barbieri nel 2012: ne installò una, tettuccio spiovente bianco e pareti rigorosamente laccate di rosso, che poteva contenere cinquanta libri. La battezzò Biblioteca del Gufo perchè “è sempre aperta, pure di notte. E in effetti alle 2 o alle 3 possono passare i ragazzi che escono dalla birreria, tanto è sempre illuminata”. Oggi quella casetta dei libri ha sette succursali, più un capannone che fa da magazzino. Dallo scorso 30 marzo, la casetta di via Mazzini 99 a Formigine, con l’autorizzazione del Comune, è diventata anche un punto di solidarietà. Chi non lavora e non può fare la spesa può trovarci beni di prima necessità. Chi è fortunato può lasciare pasta, sughi, biscotti, latte a lunga conservazione, scatolame e prodotti per l’igiene a chi ora non può comprarli.