Maestro di strada è un nome forse coniato a New York, forse in Israele. I maestri di strada di Napoli lo hanno introdotto nell’uso comune per designare in modo efficace un modo di educare diverso a quello in uso nel nostro sistema scolastico, ma forse più vicino ai modi originari dei maestri. Sono una cinquantina e secondo Cesare Moreno, il loro coordinatore, la loro mission è iniziare una trasformazione educativa nelle scuole, partendo dagli insegnanti. Maestro di strada significa mettersi sulla strada di chi vuole crescere e accompagnarlo – essere dalla sua parte e non di fronte a lui – per mostrargli la strada muovendo i passi per primi o osservandone e guidandone i passi. E’ con Nicola, uno di loro, che abbiamo raggiunto San Giovanni a Teduccio, un ex quartiere operaio, dove abbiamo incontrato Alessandro del Centro Giovanile Asterix che ci raccontato del suo lavoro presso il Centro Informagiovani. San Giovanni a Teduccio è un quartiere dell’area orientale di Napoli dove, secondo alcuni storici, viveva Theodosia, la figlia del grande imperatore romano Teodosio. In effetti, proprio all’interno della contrada, nel corso di alcuni scavi, furono trovati dei resti archeologici, in particolare una colonna, probabilmente una pietra miliare, recante il nome di “Balentiniano Tiudosio et Arcadio” ovvero Valentiniano di Teodosio e del figlio Arcadio. Secondo una leggenda, intorno a queste colonne, si svolgevano grandi feste alle quali partecipavano le maggiori personalità di Napoli. Con il tempo si prese l’abitudine di appellare tutta la zona “at Theodociam“, per indicare che tali feste si svolgevano proprio nei pressi della villa di Theodosia. Il toponimo At Theodociam venne poi, con il tempo, trasformato in Teduccio. Oggi, se ci si trova da quelle parti, non si può non andare in via Taverna del Ferro a vedere i giganteschi murales di Jorit Agoch che campeggiano sulle due facciate degli edifici del cosiddetto Bronx di via Taverna del Freddo. “Dios Umano” e “Essere Umani”. Da una parte il volto di Diego Armando Maradona e dall’altra la faccia dello “scugnizzo” Niccolò. Niccolò con il suo volto simboleggia l’essere umano, in contrapposizione con il “volto umano” di chi per tanti napoletani è stato quasi un Dio, ovvero Diego Armando Maradona. Il “Dios umano” è un’opera autofinanziata, un regalo dello stesso Jorit ai napoletani. L’opera fu completata grazie a fondi avuti dal capitano del Napoli Marek Hamsik e da associazioni che operano sul territorio. Ultima sosta alla Pasticceria Lauri, nel quartiere Vicaria: l’unico in città che propone un babà halal, ovvero senza strutto e senza rhum. Un babà che può essere degustato anche dalla comunità islamica.