Bilbao

Si scrive Bilbao, si pronuncia Guggenheim. Curve sinuose, un incredibile rivestimento di titanio, la mancanza di angoli retti nelle galleria. Il capolavoro di Frank O’ Gehry nel primo anno di vita il Guggenheim ha attirato circa 100 mila visitatori al mese. In seguito, invece di calare bruscamente come accade a un blockbuster natalizio, il tasso delle presenze si è assestato a «una velocità di crociera di quasi un milione di visitatori l’anno». L’impatto del flusso di turisti su questa città di 354.000 abitanti è stato spettacolare. Gli albergucci senza fascino né pretese e le pensioncine ammuffite sono state sostituite da alberghi di tendenza. Gli arrugginiti cantieri navali accanto al Guggenheim sono stati rasi al suolo, e al loro posto si è fatto spazio per una curatissima cintura verde di giardinetti, piste ciclabili e caffè affacciati sulla sponda del fiume. Un tram giallo-verde passa adesso lungo il Nervión. Il gotha dell’architettura internazionale ha lasciato il proprio nome impresso nella skyline in costante evoluzione di Bilbao: Álvaro Siza (gli edifici dell’università), Cesar Pelli (un grattacielo di uffici di 40 piani), Santiago Calatrava (il terminal dell’aeroporto), Zaha Hadid (il piano generale), Robert A. M. Stern (un centro commerciale) e Rafael Moneo (una biblioteca). Philippe Starck, invece, ha curato la conversione dell’antico magazzino di vini e oli (l’Alhòndiga), in un moderno centro culturale. Per l’atrio il designer francese ha voluto che le colonne rappresentassero le icone delle culture di tutto il mondo in tutte le epoche. 43 pezzi unici: tutte diverse per stile, forma e materiale. Per disegnarle e cercare gli artigiani capaci di modellarle Starck ha chiamato lo scenografo italiano Lorenzo Baraldi , che ha raccontato questa esperienza nel documentario “43 colonne in scena a Bilbao”. Bilbao è anche l’ Athletic Bilbao, la squadra dove possono giocare solo calciatori baschi. Sulla costa adiacente alla città si infrange l’onda di sinistra, un’onda amata dai surfisti di tutto il mondo. Ma Bilbao è anche una meta per gli amanti della buona cucina: txakoli (vino bianco), pintxos (stuzzichini) e le creazioni di Eneko, giovane e creativo chef basco che curiosamente, a differenza di quanti hanno fatto entrare la chimica in cucina, usa la fisica…

 Link Utili:

– Info sulla città: www.tourspain.es / www.spain.info
Info sul Guggenheim
– “43 colonne in scena a Bilbao”, documentario sulle colonne dell’Alhòndiga
Il ristorante di Eneko Atxa

Ascolta il podcast:

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