Nel 1977 erano passati nove anni dal ‘maggio parigino’, ma la rivoluzione studentesca sembrava avere un nuovo sussulto. Il brivido della contestazione serpeggiava per tutta la penisola, dalle Alpi al mare… Nella grande confusione, fuori dalle piazze urlanti , c’era chi, buttati alle spalle i vecchi scarponi da ghiacciaio, rinnegava la classica retorica alpinistica arrampicando con scarpe da ginnastica ‘truccate’ con strane suole di Aerlite marrone, imbattibili per salire i graniti rugosi del fondovalle. E fu soprattutto un angolo nascosto, che venne elevato a luogo-simbolo di questa rivoluzione trasportata in montagna. La valle in questione, la Val di Mello, è uno dei recessi più appartati e incantevoli di tutte le Alpi…
Alpi segrete di Marco Albino Ferrari
Siamo tornati in Val di Mello per incontrare Jacopo Merizzi, uno dei protagonisti di quella rivoluzione, e Simone Pedeferri, uno di quelli ne ha raccolto l’eredità. Con loro abbiamo parlato de Il risveglio di Kundalini e dell’Oceano Irrazionale (sono i bizzarri nomi delle vie aperte sulle pareti di granito della valle), ma anche della fine che ha fatto in Buddha che Merizzi aveva portato in cima al Pizzo Badile. Ci siamo poi spostati nella valle adiacente, la Val Masino. Se quella di Mello è il regno dei sassi, questa valle è la regina delle acque. La meta sono le terme della Val Masino, una storica struttura termale che rifugge il concetto oggi di gran moda che vuole le Spa simili a dei luna park. Qui il telefono non ha campo e non c’è la televisione. Ci si va solo per rilassarsi, fare un bagno e una sauna, e poi leggere un libro. Noi consigliamo “La musica della neve” di Davide Sapienza: piccole variazioni sulla materia bianca.