Parisien d’un jour, Parisien Toujours è un’associazione che si propone di far conoscere ai turisti il vero volto della città grazie a guide d’eccezione: i parigini stessi. Studenti, professionisti, pensionati. Tutti rigorosamente volontari (parisiendunjour.fr). Je suis Paris – Se Parigi potesse parlare (Mondadori) è il libro con cui Antonio di Bella, capo dell’Ufficio di Corrispondenza Rai a Parigi, va contro i numerosi stereotipi da cartolina che affliggono la Ville Lumière. Ci racconta la Parigi ebraica e quella araba. La rivincita italiana della moda che si consuma al 21 di Place Vendome e il piccolo Museo dell’Amore. Francesco Giorgini, corrispondente da Parigi per Radio Popolare da quasi 20 anni, ci porta nella sua Parigi. Un viaggio che inizia davanti alla tomba del poeta comunista Louis Aragon al cimitero Père Lachaise, e prosegue al cinema all’aperto del Parco de la Villette e sulla mongolfiera del Parco Andrè Citroen. Senza dimenticare una cioccolata nella più antica cioccolateria parigina: A la mère de famille (lameredefamille.com). Luisa Nannipieri, collaboratrice di Radio Popolare da Parigi, ci racconta i locali della Parigi by night. Tra questi un bistrot fuori dal tempo che propone artisti che vivono nei testi maledetti delle loro canzoni. Figli di una tradizione parigina del 19esimo secolo sono anche le goguette, melodie popolari su cui gli avventori del locale inseriscono un testo spesso a carattere socio-politico. Una liturgia laica che va in scena ogni lunedì da Limonaire (limonaire.free.fr), un bistrot au vins di Montmartre. Alla 19, durante l’aperitivo, si possono iniziare a comporre i versi che verranno poi interpretati dopo le 21 (e successivamente pubblicati sul blog del locale). L’ultimo consiglio è ancora di Giorgini: un elegantissimo sexy shop (ma serebbe meglio dire erotic boutique) per signore. E’ lo Yoba (www.yobaparis.com), all’11 di rue du Marchè Saint Onorè.
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Città di memoria
«Ho sempre pensato che certi luoghi sono calamite, che ti attraggono se passi nei paraggi». Con queste parole in epigrafe del Nobel Patrick Modiano si apre l’introduzione al nuovo libro di Mario Maffi, Città di memoria (il Saggiatore). Come un rabdomante di storie Maffi si aggira per i luoghi in cerca di rimanenze della storia e della memoria, elementi sospesi in una sacca di tempo, in attesa di essere riportati alla luce. E’ lo stesso Mario Maffi, per oltre quarant’anni docente di Letteratura e cultura angloamericana all’Università degli Studi di Milano, a guidarci nel passato e nel presente di sei metropoli: New York, New Orleans, Parigi, Manchester-Salford e Londra. Un viaggio che parte dal Lower East Side, prediletto territorio d’esplorazione newyorkese: Mario ne ripercorre la storia a partire dai grandi tenements stipati di immigrati… A seguire esploriamo New Orleans (già sfiorata da Mario in un altro libro maestoso come Mississippi, che in Francia, gli è valso il Premio Ptolémée de Géographie), scoprendo la Napoleon House e la Faulkner House Books. Segue il vagabondaggio sotto le ceneri della Comune di Parigi… Ci sono poi le città gemelle di Manchester e Salford, per raccontare il massacro di Peterloo che ispirò versi a Shelley e a Byron contro un politicante («Qui giacciono le ossa di Castlereagh / Fermatevi, viaggiatori, e pisciate»). E infine c’è l’East End di Londra, forse la città più amata da Maffi…