#makeborshnotwar

Olha, Svitlana, Nadia e Tatiana sono quattro donne che hanno lasciato l’Ucraina per via della guerra e oggi, aspettando la fine delle ostilità, vivono a Milano. Come loro centinaia di migliaia di altre donne hanno lasciato il loro Paese, mentre spesso mariti e figli sono al fronte. Molte di loro sono nelle nostre città, ospiti di associazioni e privati cittadini.

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, lunedì 20 febbraio dalle 19.30, Radio Popolare ha ospitato i propri ascoltatori nel cortile della radio, in via Ollearo 5, “armati” di una scodella e un cucchiaio. Olha, Svitlana, Nadia e Tatiana avevano preparato quattro pentoloni di borsch, un piatto originario dell’Ucraina. Patrimonio Unesco, è una zuppa a base di barbabietole diffusa in gran parte dell’Europa dell’est dalla Polonia alla Romania, Russia compresa… (Vittorio Castellani aka Chef Kumalé ci ha raccontato la storia di questo piatto). Olha, Svitlana, Nadia e Tatiana hanno scodellato agli astanti una porzione di borsh che è stato degustato comunitariamente.

Alle 21, chi si era prenotato, ha assistito allo spettacolo “Troiane”, in cui il testo classico di Euripide si intreccia con le testimonianze di un gruppo di giovani attrici e attori ucraini riparati in Italia e guidati da Matteo Spiazzi per il progetto Stage4Ucraine.

Una duplice iniziativa che ha rappresentato il nostro modo di esprimere solidarietà ai civili travolti dalla guerra in Ucraina.

Lo street artist italiano TvBoy ha installato alcune sue opere in Ucraina. «Solo visitando l’Ucraina ho capito veramente la forza e il coraggio di queste persone. In omaggio alle vittime di questa guerra ho lasciato un segno del mio passaggio per le strade di Kyiv, Buča e Irpin. Ogni giorno un nuovo murale», ha annunciato su Twitter in cui ha diffuso un video in cui si vedono i diversi murales. Un appello di pace che ha voluto lanciare al popolo ucraino, assieme alla Fondazione Cesvi che l’ha sostenuto, realizzando alcuni graffiti tra le strade di Bucha, Irpin’ e della capitale Kiev. In particolare, tra i luoghi scelti dall’artista c’è la scuola dell’infanzia Arcobaleno di Bucha, città teatro di orrori compiuti dai russi. La struttura era stata completamente distrutta ed è stata poi riaperta dopo che la fondazione Cesvi ha ristrutturato l’istituto dai danni causati dalle bombe. Sono centinaia i bambini che sono così tornati a scuola. (intervista a TvBoy a cura di Chawki Sianussi).

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