Le spiagge delle località balneari del Friuli Venezia Giulia ricevono ogni anno le prestigiose Bandiere Verdi dei pediatri e le prestigiose Bandiere Blu assegnate dalla Foundation for Environmental Education. In linea con questi riconoscimenti, la spiaggia di Lignano Sabbiadoro ha avviato un cambio di paradigma strategico verso la sostenibilità. Dalla prossima estate diventerà più ecosostenibili grazie ad alcuni stabilimenti balneari alimentati energeticamente con pannelli solari, al progetto “plastic free” che punta all’eliminazione della plastica monouso a favore di quella biodegradabile, alle aree baby beach smoke free e all’utilizzo di una speciale pagaia dotata di uncino per la pulizia del mare durante le escursioni. Ernest Hemingway la definì “la Florida d’Europa“, per la finissima sabbia color oro naturale. Al netto dei suoi 8 chilometri di spiaggia, Lignano Sabbiadoro vanta molti altri assi nella manica che la rendono una meta meno mainstream – e più autentica – di quello che si potrebbe immaginare. Scopritela in bici, in autunno o in primavera. E, se lo avete, portatevi il vostro cane (anche d’estate: gli amici a quattro zampe hanno a disposizione spiagge a loro dedicate con aree agility, docce, servizio veterinario e toelettatura). Lignano è attraversata dalla Litoranea Veneta: una “idrovia”, una via d’acqua realizzata dalla Serenissima Repubblica di Venezia al suo apogeo. Grazie ad un sistema di canali artificiali e sfruttando i corsi d’acqua (fiume Sile, Piave, Livenza, Lemene, Tagliamento, Stella e Isonzo) e le lagune (Venezia, Caorle, Marano e Grado) già esistenti, la Litoranea Veneta collega la Laguna di Venezia con la foce del fiume Isonzo. Si tratta, quindi, di un meraviglioso percorso, di grande interesse storico e naturalistico, lungo ben 127 chilometri. L’idrovia, a tutt’oggi navigabile con canoe, barche a remi e piccole imbarcazioni da diporto, consente di vedere, da una prospettiva unica, una serie variegata ed imprevedibile di scenari. A proposito di imbarcazioni Corinna Agostoni, autrice di questo reportage, ha incontrato il figlio di Elio Zaccarato, l’inventore del pedalò. Nel 1952 partorì quello a remi, per poi arrivare poco dopo alla realizzazione del primo prototipo del pedalò a pedali. Fu un successo senza precedenti. Ben presto non riuscì a soddisfare le richieste che provenivano non solo dalla riviera friulana. In seguito, la ditta romagnola Amadori-Biagi ne prese uno e ne fece costruire un gran numero in Carnia. Erano gli anni d’oro, gli anni in cui sulla spiaggia lignanese arrivavano i migliori calciatori del tempo, da Corso a Rivera. Gli anni in cui il simbolo dell’estate italiana divenne il suo pattino. Unico rammarico degli Zaccarato: “Non aver mai depositato il brevetto dell’invenzione”…
https://oltreilbalcone.com/2019/10/06/lignano-cosa-vedere/