Parco Naturale della Lessinia

 

Comunemente con Lessinia s’intende la fascia montuosa a nord di Verona che si estende tra la Val d’Adige, la Valle di Ronchi (Vallarsa, Trentino), il gruppo delle Piccole Dolomiti-Pasubio, la Valle dell’Agno-Chiampo e l’alta pianura veronese, dove diverse dorsali collinari si staccano dall’altopiano centrale per immergersi nei depositi alluvionali di pianura formando valli cieche come la Valpolicella, la Valpantena, la Val di Squaranto, la Val d’Illasi, la Val di Mezzane, la Val d’Alpone, la Valle del Chiampo… Nel 1990, nella zona dell’altopiano centrale e delle cime di confine con il Trentino, è stato istituito il Parco Naturale Regionale della Lessinia. Oltre 10 mila ettari coperti da un vasto altipiano prativo dal quale scendono, a pettine, profonde vallate dette localmente ‘vaj’. E’ un grande museo open air perchè l’area racchiude una sorprendente varietà di testimonianze naturalistiche, storiche e archeologiche di inestimabile valore.
Domenica 26 gennaio circa 10 mila persone hanno marciato sui sentieri delle montagne nei dintorni di Bosco Chiesanuova, a una trentina di chilometri da Verona, per protestare contro una delibera della regione Veneto che vuole tagliare una fetta del Parco Naturale dei Monti Lessini (una riduzione di circa un quinto dell’estensione del Parco). Una fiumana umana, che non si esauriva mai, composta da donne e uomini giunti dalle Venezie ma anche da Lombardia ed Emilia. La questione riguarda la provincia scaligera, ma anche quella berica vista la presenza nel parco dei comuni di Altissimo e Crespadoro. I sostenitori della riduzione del parco (il centrodestra regionale, le categorie economiche e le associazioni degli agricoltori) ritengono che questa pur non alterando gli equilibri naturali e paesaggistici garantirà un più robusto sviluppo ecologico. Se invece le tutele e i vincoli, anche edilizi, permanessero, ne soffrirebbero sviluppo economico e libera impresa. Netta invece è l’opposizione del mondo del turismo, dell’alpinismo, della galassia ambientalista ma anche di molti malgari che vedono il ridimensionamento del parco come un qualcosa che potrebbe assestargli un colpo fatale soprattutto perché l’area è già «ben antropizzata di suo». Secondo i detrattori infine, oltre che un favore ai cementificatori, la riduzione del Parco sarebbe un regalo ai cacciatori che in quei 1.700 ettari potrebbero andare tranquillamente a caccia (va ricordato che in Veneto i cacciatori sono una vera e propria lobby, finanziata con fondi regionali e – per quanto riguarda alcune associazioni – schierata apertamente a sostegno dei partiti che fanno parte della maggioranza).

Organizzazione di tutela ambientale Lessinia Futura

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