Montreux

5_Statua_di_Freddie_Mercury_a_Montreux

Eravamo andati tutti a Montreux
Sulla spiaggia del lago di Ginevra
Per fare dischi con un furgoncino
Non avevamo molto tempo
Frank Zappa e i Mothers
Erano in una posizione migliore
Ma qualche stupido con una pistola a razzi
Incendiò l’edificio radendolo al suolo
Fumo sull’acqua, fuoco nel cielo

Hanno bruciato quella casa da gioco
È perita con un suono orribile
Claude, adirato, correva dentro e fuori
Tirando fuori dall’edificio i bambini
Quando fu tutto finito
Noi dovemmo trovarci un altro posto
Ma il tempo svizzero stava volando via
Sembrava che dovessimo perdere la gara
Fumo sull’acqua, fuoco nel cielo

E’ il testo di una delle canzoni che hanno fatto la storia del rock: Smoke on the Water dei Deep Purple. Racconta un episodio realmente accaduto a Montreux, nella Svizzera francese, nel 1971, quando verso la fine di un concerto di Frank Zappa e delle Mothers Of Invention uno spettatore sparò un razzo segnaletico che incendiò il Casinò. “Smoke on the Water” (letteralmente fumo sull’acqua, titolo accreditato al bassista Roger Glover) evoca il fumo del casinò in fiamme che si spandeva sopra il lago di Ginevra. E’ solo uno degli episodi che lega la storia del rock a Montreux, la città dove passò gli ultimi anni della sua vita Freddie Mercury (lo studio di registrazione dei Queen era in città) e dove Michael Jackson, approfittando della celeberrima La Clinic, una delle più prestigiose cliniche di chirurgia estetica e medicina contro la vecchiaia, cercò di comprarsi una nuova faccia. In Smoke on the Water, a un certo punto, viene nominato “funky Claude”. E’ il nickname di Claude Nobs, lo storico inventore del Montreux Jazz Festival, che con la sua sua ‘invenzione’ ha rivoluzionato la nomea di Montreux, che prima del festival era nota solo come meta turistica di anziani economicamente agiati. Scomparso nel 2013, Nobs può essere salutato con un brindisi di un vino del Lavaux, la regione viti-vinicola che da Montreux si estende sino a Losanna. Qui ogni centimetro quadrato di terra è stato sfruttato e pendenze ripidissime sono state terrazzate con l’ausilio di chilometrici muri in pietra. Lungo i sentieri, numerosi cartelli didattici, oltre a ricordare che sono ben sette i vigneti del Lavaux che possono vantare la denominazione di origine controllata e cru (Lutry, Villette, Epesses & Calamin, Dézaley, St. Saphorin, Chardonne, Vevey-Montreux), spiegano i misteri della vigna e del vino…

A cura di Matteo Villaci

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