“Ci sono a Venezia tre luoghi magici e nascosti: uno in Calle dell’Amor degli amici, un secondo vicino al Ponte delle Meravegie, il terzo in calle dei Marrani, nei pressi di San Geremia in Ghetto Vecchio. Quando i veneziani sono stanchi delle autorità costituite, vanno in questi tre luoghi segreti e, aprendo le Porte che stanno nel fondo di quelle Corti, se ne vanno per sempre in posti bellissimi e in altre storie”
Così termina Favola di Venezia la 25esima delle avventure scritte da Hugo Pratt. Al di là dei luoghi comuni, Venezia città cara, triste, invivibile, Venezia e l’acqua alta… L’amore per questa città non può che essere passionale, una favola. Negli ultimi 25 anni è cambiata parecchio. Esistevano zone malfamate, periferiche, mal frequentate. Oggi sono diventate chic: Santa Marta, San Giacomo, Baia, Castello. C’erano i briganti della città: il Marziano, il Guappo, Cocis. C’erano più veneziani e meno soldi portati dal turismo. Qualcuno rimpiange i tempi andati. Ma il fascino di Venezia resta. Ne parliamo con Gualtiero Bertelli, cantastorie veneziano doc (tra gli anni ’60 e ’70 una delle più apprezzate voci del Nuovo Canzoniere Italiano), sfogliando le pagine del suo libro “Venezia e una fisarmonica” (Nuova dimensione). L’aristocrazia operaia che lavorava all’Arsenale. Le rovine neogotiche del Mulino Stucky (era uno dei più grandi d’Europa, impiegava circa 350 operai e, malgrado un’occupazione di 50 giorni e un’imponente manifestazione con barconi sul Canal Grande, nel 1954 venne definitivamente chiuso). Le case popolari di Campo di Marte. Il discusso ponte di Calatrava. Gli angoli verdi della città il vino prodotto con l’uva dorona a Mazzorbo, un fazzoletto di terra sulla laguna di Venezia, collegata a Burano da un unico piccolo ponte. Bruno Zanzottera, fotografo dell’agenzia Parallelozero, ci parla del viaggio delle murrine, le perle di vetro prodotte a Burano…