Un viaggio tra le montagne segrete lombarde: montagne minori, ricche però di motivi di interesse e di storie. Le nostre guide sono due redattori della rivista Orobie: Emanuele Falchetti, giornalista e appassionato di montagne, e Ruggero Meles, alpinista e osservatore delle montagne. Grazie a loro scopriamo la Val Cavargna, per secoli dimenticata da Dio e dagli uomini (è la parrocchia ambrosiana più lontana dal Duomo di Milano). Attorniata da splendide montagne che conferiscono al paesaggio un aspetto aspro e selvaggio, dista solo 50 chilometri da Como, ma l’asperità dell’ambiente e le difficili, se non inesistenti vie di comunicazione (soprattutto nella stagione invernale), nei tempi passati, hanno fatto della valle, un luogo chiuso in se stesso ma altrettanto ricco di tradizioni. Gavino Fiori, sindaco di Cavargna, uno dei quattro piccoli comuni della valle, ci parla del Bosco Sacro che protegge il villaggio e di come vecchie strutture militari sono state recuperate e trasformate in rifugi per turisti. Andiamo poi in Valmalenco con Michele Comi, geologo e guida alpina, che ci parla dello stato di salute dei ghiacciai locali e del fascino dei pascoli della Val Gembrè. Ci spostiamo poi a Monno, il paese prima del passo che divide la Val Camonica dalla Valtellina: il Mortirolo, un nome leggendario per tutti i cultori del pedale. Qui incontriamo Nicoletta che ci racconta come ha deciso di coltivare la quinoa e del fascino ancestrale del monte Pagano. Ultimo, ma non ultimo, incontriamo Gianni Greco, capitano di battello: uno che, alla voce professione, sulla tessera del CAI ha scritto ‘marinaio’. Ci parla del monte Crocione, il più affascinante dei monti di Tremezzo. Dalla sua cima, estremamente facile da raggungere dal punto di vista tecnico, si può ammirare un panorama magnifico sul Lario.
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