Un viaggio in alcuni luoghi emblematici dell’Unione Sovietica. Spazi pubblici e ambienti privati che avevano specifici significati e funzioni ai tempi dell’URSS e che ora ne hanno assunti di completamente diversi, o addirittura sono stati sostituiti da differenti realtà urbane. A farci da guida Gian Piero Piretto, docente di cultura russa all’Università degli Studi di Milano ed autore di “Indirizzo: Unione Sovietica. 25 luoghi di un altro mondo” (Sironi editore, 279 pagine, 22.90 Euro). Un viaggio che parte dai sottopassaggi che consentivano l’attraversamento delle larghissime strade russe su cui, negli anni del socialismo, sfrecciavano radi ma velocissimi mezzi pubblici, taxi e auto di servizio. Piretto ci racconta l’umanità in perenne movimento che li attraversava e quella stanziale che la usava per commerci o appuntamenti galanti. Ma anche delle banje, il bagno di vapore russo, e delle dacie (oggi, sostituite dai cottage dei ‘nuovi russi’). Delle funzioni funebri e dei cimiteri sovietici. E ci spiega perchè i russi, pur non rimpiangendo gli anni del socialismo, ne hanno nostalgia. E’ un aspetto della “malinconia russa”, una parte fondamentale dell’animo russo. In Europa siamo abituati a considerare la malinconia come un sentimento legato al tempo. Per i russi è legato allo spazio. E Piretto ci spiega come stanno insieme tempo e spazio nell’animo russo. Ci racconta anche del perchè Putin, dopo una prima gestione del potere basata sull’economia, oggi si appoggi alla religione e alla cultura. Ci spiega la grandezza, artistica e provocatoria di Vladimir Vysockij, poeta, attore, cantautore e ubriacone amato da milioni di russi. Per chi volesse provare in prima persona il fascino dell’ostalgia è tassativo un salto al Museo dei Videogiochi Arcade Sovietici. Aperto da un anno nel pieno centro di Mosca, a due passi dai grandi magazzini TsUM, è una vera e propria sala giochi sovietica degli anni 70-80. E per chi se lo può permettere è doveroso prenotare una camera in quello che fu l’albergo di Stalin: l’hotel Moskva (oggi è un Four Season), un palazzone voluto da ‘baffone’ che si affaccia sulla piazza Rossa e che negli anni ’30 è stata la vetrina dell’ospitalità sovietica.
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